lunedì 4 aprile 2016

Guido Tonelli a Lamezia Terme

Se il mondo fosse un uovo. Se l'universo fosse un uovo. 
Guardo le due uova cadere perfette nel piatto, con albume come galassia, e vedo nel  tuorlo il non precisato luogo da cui tutto nacque.
Sono queste le visioni che mi porto a casa dopo la mattinata trascorsa al Liceo Campanella ad ascoltare Guido Tonelli, fisico italiano, scopritore, con Fabiola Gianotti, direttrice del CERN, del bosone di Higgs.
 "Il bosone di Higgs  ha il compito di dare massa a tutte le altre particelle e, se così non fosse, il nostro universo non esisterebbe e non esisteremmo neppure noi" 
Il professore Guido Tonelli ce lo ha spiegato stamattina in un auditorium affollato da studenti di più istituti, compreso il Liceo scientifico di Decollatura
"La nascita imperfetta delle cose - La grande corsa alla particella di Dio e la nuova fisica che cambierà il mondo". Il suo libro, la sua vita. 

Una ricerca astratta che produce cambiamenti nella vita di tutti noi, è la fisica.
I fisici si fanno le domande che si fanno i bambini. Da dove veniamo? quale l'origine dell'universo?
I fisici si mettono in viaggio per capire, e con un equipaggio di esperti vanno a vedere cosa ci sia al di là. In un universo di 13,8 miliardi di anni. Un universo vecchio e freddo.  Cosa ci sarà?
La curiosità prende il sopravvento, senza curiosità nessuna scoperta è possibile, sta dicendo il professore, mentre io sto felice ad ascoltare, da digiuna di fisica. 
Le sue parole semplici e chiare mi giungono. Continuo a prendere appunti mentre lo vedo nel suo tentativo di riportare la materia verso un non luogo dove non ci sia tempo e spazio.  
Ci mostra le diapositive:
gli strumenti utilizzati per la ricerca. Due strade complementari si sono seguite. I super microscopi per guardare i dettagli ed i super telescopi per osservare gli ammassi stellari. 
Tutto è nato da un punto infinitesimo in un tempo spaventosamente piccolo, con un gonfiamento improvviso e poi il punto continua ad allargarsi finché finirà nel buio. Dalla luce al buio. E luce Fu. 
Guido Tonelli ci porta via con lui e ci mostra la materia di cui noi siamo fatti, polvere di stelle.
La materia è fatta di particelle che interagiscono con altre particelle attraverso l'elettromagnetismo. Interazione di particelle che è la stessa cosa di interazione fra rapporti amicali, io spesso parlo di elettricità nelle scelte. Certo poi trovo spesso chi spegne la luce, ma non stamattina. 
Stamattina siamo tutti felici perché in fisica la massa pesante muore e la massa leggera va. Cos'è la massa?  Nulla senza interazione. Impossibile qualunque forma di vita intelligente senza interazione. 
Nell'affascinante viaggio delle particelle prive di massa che attraversano una ragnatela e qualcuna viene imprigionata, si ferma, assume massa, in questo sta la ricerca del Cern: trovare la particella che formò massa nella tela del ragno universale. Per far questo si è costruito un anello di 27 chilometri, 16 anni di lavoro, con quella idea in testa. 
Idea che ha dato Premio Nobel per la fisica nel 2013 ad Englert, 81 anni, della Libera Università di Bruxelles, e Higgs, 85 anni, dell’università di Edimburgo. Essi  hanno teorizzato l’esistenza del bosone di Higgs in modo indipendente nel 1964. Englert aveva pubblicato il suo articolo insieme all'americano Robert Brout, morto nel maggio 2011... lo aggiungo  Brout fra i due, dice il professore Guido Tonelli.
Restano dopo questa scoperta molte domande: energia oscura, materia oscura, un quarto dell'universo fatto di materia oscura. Oscura. E ritorniamo con i filosofi a sapere di non sapere.  Al Mondo conosciuto fatto di quattro dimensioni forse potrebbe aggiungersi un mondo da esplorare con sei sette, otto, dieci dimensioni.
Nell'incrociare fantascienza e filosofia, etica ed immaginazione, nella capacità di costruire congetture e nell'osservazione dei fenomeni sta la fisica, mentre io ricordo i sofisti ed Eratostene  misurare il raggio della terra senza errori con lo «gnomone», un bastone piantato verticale in un terreno pianeggiante. 
Le idee nascono dai singoli, sta dicendo ora, mentre con le mani ci racconta i greci, le Parche, il destino, il filo. Noi siamo appesi ad un filo, l'intero universo è appeso ad un filo, in quella precarietà che dovrebbe insegnarci la giustizia per tutti e la sincerità, l'umiltà e non la supponenza, la pace e non la guerra, ed invece come girini in uno stagno continuiamo a farci del male anche nelle interazioni più semplici. Nel suo ringraziare il professore di filosofia che al Liceo Classico gli insegnò la logica, l'importanza del metodo deduttivo, del ragionare con la propria testa, ritorna a sottolineare la determinazione nel credere in idee nuove e nell'immaginazione come strumenti necessari. Uno su mille ce la fa, sorridendo al bosone che ce l'ha fatta a fermarsi, sorridendo ad un universo onda su onda, della celebre canzone, sorridendo alle onde gravitazionali dell'undici febbraio, data dell'uscita del libro, racconta un apologo persiano. 
Un uomo chiede ad un saggio come diventare un poeta. Costui gli consiglia di imparare tutte le poesie del mondo, ma, quando egli  torna da lui, dopo averle imparate tutte, il saggio  gli ordina di dimenticarle. Solo imparando e dimenticando ci sarà la creazione, quell'imponderabile che nasce all'improvviso. Arte è, come nella  Fisica. All'improvviso.  
   

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