venerdì 11 aprile 2014

Gianluca Mercadante Caro Scrittore In Erba



Gianluca Mercadante Caro Scrittore In Erba

Gianluca è uno scrittore conosciuto qui, su facebook, rincorrendo contatti simpatici, vivi, divertenti.

Essere lettori o scrittori non vuol dire solo annoiarsi e citarsi addosso.

Gianluca ha un profilo allegro, leggo le sue frattaglie e sorrido, così incuriosita, ho prenotato suo libro dal mio libraio e  con la mia estemporanea voglia di parlarne annoto le sue frasi pagina per pagina… ridendo.

Caro Gianluca, posso parlarne male? Pag 103

Una stroncatura ben fatta aumenta di botto le vendite, è statistico. Pag 105

Stiamo nel mazzo questa è la realtà. Uno su mille ce la fa, anche due.

Non hai mai fatto il Ghostwriter?

Scrivi la mia storia. Lo hanno chiesto anche a me, sai?, a me che non so scrivere storie.

So sintetizzarle, però. Un sintetizzatore personalissimo.

Ho aperto una pagina facebook dove posto i miei frammenti.

Ho trecento contatti e cinquanta letture. Perché non mi leggono gli altri 250?

Bisognerebbe scrivere una legge, non un libro. Bisognerebbe tutelare il diritto alla passione.
Infatti io regno sul mio regno, le leggi le faccio io, per applicarle in futuro, ancora sono in via risoluzione.

La vita è piena di incertezze perché le certezze, in genere, sono abbastanza deprimenti.

Nel caso: poi me la firma una copia del suo libro?

Un libro per poter esistere deve diventare un prodotto. “Il mio lo diventerà senza questo passaggio”

Come se avessi un codice a barre, questo sono. Un prodotto.

Leggo con le orecchie e ascolto con gli occhi, Caro scrittore in erba.

Io sono una lettrice!

Ebbene tu e io

mettiamo il nostro ingegno nelle mani di gente che finge di non conoscerci

Possiamo darci del tu?

Senza il tu a cui rivolgersi l’atto di scrivere perde di spessore e finalità pag 130

Pirandello diceva che la vita o la si vive o la si scrive. Mah! Si scrive dopo, mentre e prima che accada, finché ci saranno ginocchia sbucciate, terremo in vita l’infanzia dove ritorniamo.

Caro Gianluca è vero, avrei dovuto stroncare le imperfezioni, le troppe volte che hai detto “ Caro Scrittore in Erba” sarei dovuta intervenire con più decisione ma mi sei troppo simpatico, quello che racconti è verissimo, uguale a quello che succede a me, anche se io non pubblico, avrai capito che scrivo anche io non più in erba.

Vengo anch'io? No, tu no. Era la canzone della mia vita da studentessa. Ora noi speriamo che ce la caviamo. Noi aspettiamo fuori.
Ippolita Luzzo 


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