Gli anni settanta-
Questa non è una lezione di
storia, nel modo usuale, come si potrebbe svolgere dietro una cattedra, su anni
ancora palpitanti di vita che sono
validamente riportati in dossier impeccabili da giornalisti qualificati,
la mia è una adesione emotiva, un flashback di
immagini con un filo unico, quello dello stupore. E, lo sguardo trasversale che
io darò, sfiorerà, come una carezza, il decennio dal sessantotto al settantotto, il mondo come
rappresentazione, lo chiamò Guy Debord, il mondo che non è più come sembra, per
rivivere di quel mondo lo svelamento, l’entusiasmo, il capitombolo.
Sono consapevole che il
passato, che ci ha visto testimoni, non è lo stesso per ciascuno di noi. Ognuno
ha filtrato e subito o gioito quegli anni,
attraverso una propria personalissima esperienza di vita, di luogo dell’anima e
luogo geografico, di studi e letture fatte, di avvenimenti e vicissitudini
intimi accaduti.
Situazioni diversissime…
Se mi ritrovo a parlare con
molti di voi su quegli anni ognuno mi dice il suo momento personale ed insieme
il momento oggettivo, sociale.
Peppino Notarianni mi dice:- Gli
inizi degli anni settanta furono gli anni in cui la lira era forte, aveva un
forte potere d’acquisto, l’industria sfornava e vendeva televisioni ed
elettrodomestici, ognuno comprava casa, favorendo un mercato edilizio in
espansione, ecco perché, lui giustamente ricorda, ora siamo tutti o quasi
proprietari di una o più case…
Ascolto lui … lo interrompo
solo per dirgli che lo sguardo, il mio sguardo aleggerà sul sociale, volteggiando
su una cinematografia che svelò la realtà fino ad allora conosciuta per
mostrarne una totalmente diversa.. Una realtà fino ad allora mistificata,
ipocritamente travisata.
E lui, giustamente fiero del
suo essere italiano, mi ricorda quanto il cinema , in quegli anni sia stato da
insegnamento, quante pellicole di pregio , da Novecento a Profumo di donna, da Ultimo tango a Parigi
al Decamerone, da Amici miei a Una giornata particolare,
Da Indagine su un cittadino al di sopra di ogni
sospetto- Premio Oscar miglior film straniero1971 a Amarcord Oscar !975
Va da sé quindi che la
lettura di quegli anni settanta cambi a
seconda le generazioni, io potrei ripercorrere gli anni vissuti al liceo
classico, all’università da una me studentessa, mentre per alcuni di voi erano
gli anni dell’impegno lavorativo, dei figli da crescere.
Cambia in avvenimenti vicini l’approccio e la scelta
passionale e di gusti, chi è appassionato di musica mi ricorda la rivoluzione nei suoni di
Battiato, il primo concerto negli scavi di Pompei dei Pink Floyd.
Alcuni, alcuni di diverse
frequentazioni, molto diverse, mi hanno raccontato di quegli anni tutta una
vita notturna lametina fatta di entreneuse o di locali spogliarellistici ed altro
che ignoravo, ma io credo che
aldilà del gioco delle carte e del vizio
presente in ogni età ed in ogni latitudine, quel che conta di un’epoca è
l’ideologia che la pervase, lo spirito innovativo che fece sognare e rigenerare intere
generazioni, certo nel dolore e nelle stragi, certo nelle delusioni e nella
speranza, lo spirito vitale
oggettivamente poi riscontrabile in un farsi storico di avvenimenti comuni.
Il mio tentativo di rilettura
rimane dunque una porta aperta solo per guardare nella stanza del nostro
vissuto cosa portiamo in noi di quel decennio, cosa sentiamo come fremito, cosa
è presente fra le pieghe di giorni, di anni, questi nostri, attuali, che ci
sembrano gli anni della rassegnazione.
Io, da testimone, sono convinta che tutti i momenti storici, Vico ci insegna,
nascono da un grande momento emotivo, da uno sconvolgimento passionale, e poi
vengono analizzati, frantumati dalla luce della razionalità per fare patrimonio
e ricchezza di conoscenze e
Noi tutti, dopo essere stati
partecipanti di anni esplosivi ed aver trascorso altri quaranta anni, io dico
da buttare, ma non è vero, comunque dopo
questi anni confusi e beceri, io, ma
tutti , ci auguriamo che un bell’acquazzone possa ripulire tutto e che, come
sempre nella storia , ci si rimetterà a guardare il cielo e la sua meraviglia,
la nostra meraviglia di essere partecipi dell’umana commedia.
Aristotele, nella metafisica,
libro primo, dice che è lo stupore a muovere la conoscenza.
Lo stesso stupore e desiderio
di conoscere del decennio degli anni settanta.
L’immaginazione al potere
Il privato è politico
La Realtà non è come sembra
.
Inizio con una dedica , con un luogo che, nel mio
immaginario, riassume e caratterizza quegli anni, qui, a Lamezia Terme, Il
centro servizi culturale, il cineforum, i luoghi perduti del nostro eden
Dove veniva filtrata, assaggiata e amata, la
vita attraverso i film, i libri, le discussioni.
Ne ho un ricordo mitico.
E’ come se fossi lì con Carlo
Alberto Natale, che non c’è più, con Ciccio Vescio, con Pino Pati, Antonella De
Vinci, a sentire l’eco degli avvenimenti
per le strade del mondo.
La realtà non è come sembra,
molti lo imparammo in quel luogo
E lì gli avvenimenti
arrivavano con tutto il loro dolore
Gli anni settanta piansero
una strage- la bomba di Piazza Fontana a Milano
Piansero una guerra
diserbante ed omicida, più delle altre- la guerra del Vietnam
Venivano da una scuola
mnemonica, una università arroccata e repressiva, da una famiglia ingessata e
severa, da una società asfittica e troppo seria. Troppo.
Erano reduci da una politica
glaciale di opposti schieramenti, da una corsa agli armamenti, da una
guerriglia delocalizzata in vari paesi, inconsapevoli pedine sulla scacchiera
del superpotenze.
Gli anni settanta nacquero
nei campus, nei raduni, nella musica, nelle poesie, con canti, con balli, con
fiori, con sogni e speranze.
Già qualche anno prima Martin
Luther King -4 aprile 1968 a Menphis e John Kennedy anni prima
1963 - dissero:- Io ho un sogno- e furono uccisi.
Noi abbiamo un sogno-
gridarono poi, giovani, studenti, reduci dal Vietnam, donne umiliate, messe ai
margini, uomini diversi, deboli, ma desideranti . Immaginativi.
Immagina che tutti vivano la
loro vita in pace- cantava John Lennon 1971
Immagina che non esistano
nazioni, niente per cui uccidere o morire.
Video di Immagine- John
Lennon
Dai favolosi anni sessanta ci
avviammo verso i settanta con una sofferenza troppo a lungo imbottigliata,
pressata, inascoltata, e, come quando si stura il tappo di una bottiglia di
Moet-Chandom, migliaia di bollicine sparse si versarono sulle piazze,
nell’aria, nelle televisioni di tutto il mondo.
La libertà!!! Solo
effervescenza.
Le donne si spogliarono,
minigonne, collanine, camicioni, capelli lunghi, poi si rivestirono,
gonnelloni, jeans, maglioni come gli uomini, poi ancora magliette attillate,
attillatissime, si rispogliarono gridando una libertà, una parità ad uomini che
la rivendicavano anche per se stessi.
I ragazzi non capirono più
nulla, se non che tutto era possibile, se non che i sogni erano realtà.
Bastava crederci. Una
illusione.
E, alzare gli occhi al cielo
dove il cielo è meraviglia, in riva al mare accanto a falò sempre accesi come i
loro desideri.
Fu bellissimo- dicono in
tanti
Fu bellissimo anche per chi,
come me, li visse di rimessa, di lato, di sbieco, vedendoli passare sui libri,
sui giornali, sui manifesti, sui proclami, sui film.
Chi ne fu investito non fu
più lo stesso, chi li ha assaporati non sarà uno qualunque.
Chi ne è stato trasformato avrà
sì, poi percorso una esistenza che avrà appiattito, livellato, ottuso quello
slancio, ma non potrà mai sentire morti quegli ideali, senz’altro confusi ma
una meraviglia di parole nuove.
La realtà non è come sembra
15 dicembre 1969… chissà cosa
successe quella sera!
Quella sera a Milano era
caldo…
Ed ad un tratto Pinelli
cascò.
La Rai si diffuse
capillarmente
1970 lo statuto dei
lavoratori… beh ora … non c’è quasi più
16settembre 1970 scompare il
giornalista Mauro de Mauro
Indagava sulla morte di Enrico
Matte, presidente dell’Eni.
Il denaro diventò una
convenzione, slegato dall’oro e legato alle nostre mani,.
1973 L’austerity, crisi
petrolifera, lunghe file alle pompe di benzina, le domeniche a piedi.
Ma è la stessa emergenza che
sentiamo ancora…
1975 nuovo diritto di
famiglia, parità fra i coniugi
Ma il delitto d’onore viene
abolito soltanto nel 1981
1975 viene ucciso Pier Paolo
Pasolini
!977 Nelle piazze il fuoco…
la mia università, Messina, occupata, gli scontri, i morti nelle piazze
italiane
Scemo scemo - gridavano a Luciano Lama gli Indiani
metropolitani
Facile gridare in tanti…
scemo scemo
Eravamo i padroni del mondo,
eravamo ostaggi di un mondo, eravamo giovanissimi, convinti che noi ce
l’avremmo fatta.
Saremmo stati diversi dai
nostri genitori, dai nostri professori, perché noi avevamo capito tutto quello
che c’era da capire.
Dall’utopia alla droga il
passo non fu un passo, tanti
precipitarono nel fumo più nero, un fumo denso e nero in un mondo indifferente…
morirono …di overdose, morirono in tanti.
Come ogni momento di
tripudio, nella storia, anche gli anni settanta hanno immolato sacrifici umani,
come l’agnello sull’altare degli dei.
In Italia le brigate rosse
uccisero Aldo Moro e finirono gli anni settanta.
Finirono nel lusso, nello
sfarzo, nelle grandi firme, nella Milano da bere degli anni ottanta falsi e
bugiardi, nello scintillio delle televisioni private che si appropriarono
dell’immaginari collettivo banalizzando, appiattendo, addormentando le coscienze
in un sonno lunghissimo. Il sonno di Biancaneve dopo aver mangiato la mela
avvelenata, il sonno di Morfeo, Il lungo sonno.- Film-senza sogni. Il sonno di
Epimenide
Resta soltanto una scritta su
un poster che avevamo in tanti, allora, Why?
Un soldato qualsiasi, un
ragazzo lo urlava con le braccia spalancate al cielo venendo colpito da una
raffica nemica.
Poster del soldato…
Restano ancora i nostri film
per dirci la realtà non è come sembra
I film degli anni settanta
che io ho scelto seguono un discorso unitario, quello del ribaltamento, del
fare vedere per la prima volta che tutto non è come sembra.
La mistificazione storica, il
continuo lavorio per nascondere la verità, il travisare e sporcare popoli,
dignità, fatti, veniva finalmente
svelato
Pensieri e parole Di Lucio
Battisti
Soldato blu 1970
Ispirato agli eventi del
massacro di Sand Creek
Fino a quegli anni gli
indiani erano cattivi, dovevano essere sterminati, arrivano i nostri, era il
finale liberatorio con la carica dei soldati americani, sugli accampamenti dei
pellerossa, così erano chiamati…
Fu quel film a denunciare una
stortura storica, un popolo ormai nelle riserve, ubriacato e tenuto ai margini,
offeso nel principio più sacro, quello di essere un tutto unico legame, terra e noi.
Uomini contro 1970 di Francesco Rosi tratto da Un anno sull’altopiano di Emilio
Lussu
L’altopiano è quello di
Asiago, la guerra del 1915-1918
Il generale Leone manda
all’attacco i soldati ,protetti da una inutile e falsa corazza. Una
carneficina.
Tutti i personaggi sono
accomunati dalla paura della guerra e dalla speranza che questa finisca presto.
la retorica dell’atto eroico si svela. Il
film antiautoritario e pacifista
mette in luce la follia della guerra ed il regista venne denunciato per
vilipendio
dell’esercito. La guerra fino ad allora era eroica e non una
vergogna
Arancia Meccanica 1971 di
Kubrick
Una terribile violenza da
entrambi le parti
La frase inglese indica qualcosa di bizzarro
internamente, ma che appare normale e naturale in superficie. Nel 1986 Burgess chiarì questo
concetto scrivendo che una creatura che può solo fare il bene o il male ha
l'apparenza di un frutto amabile caratterizzato da colore e succo, ma in
effetti internamente è solo un giocattolo a molla pronto a essere caricato da Dio,
dal Diavolo o dallo Stato onnipotente, e a far scattare la propria
violenza, appunto, come un mero e semplice congegno meccanico
Nel film ,terribilmente
anticipatore, i cattivi, un gruppo di giovani, agiscono senza coscienza dei loro atti,
seminando violenze gratuite, violenze truci
Poi lo stato, riuscì a prenderne uno e lo
sottopose ad un programma di rieducazione così violento da lasciare tutti
sgomenti.
Quel programma all’apparenza
aveva creato un agnello che subisce senza saper difendersi … quel lavoro di
condizionamento sugli impulsi poi sarà
vanificato quando il rieducato ritroverà la sua cattiveria.
La riflessione è il labile
confine fra un retto sentire e uno malvagio, fra il violento ed il pacifico,
fra lo splatter e il rispetto.
Fra legalità e illegalità, un
confine debolissimo, inesistente ,a volte.
Un film denuncia, io, in
realtà avrei voluto parlare solo di questo film, terribilmente specchio di
nostri tempi, sempre meno rispettosi, sempre più carichi di violenza,
stranamente perpetuata anche dalla società legalizzata
Cane di paglia 1971
In questo film il buono, uno
studioso di matematica, dopo aver subito tante angherie da un gruppo di
balordi, fa giustizia da solo in un modo
orrendo. Si vendica, si trasforma, e la violenza dei buoni tracima, amplifica,
urla una giustizia calpestata davanti alla banalità del male che costringe
anche un buono a snaturarsi…
Il fantasma della libertà
1974 di Bunuel che già aveva preso
l’Oscar con Il fascino discreto della borghesia
Ma è con questo film che lui
sovverte rituali e codici, facendoci assistere a ribaltamenti di ruoli e di
codici che non tengono più a freno, non solo, una borghesia perbenista , non
tengono proprio più a freno un rispettoso vivere civile.
Un borghese piccolo piccolo
1977
Anticipavano i film
Anticipavamo
Quello che ora è la nostra
realtà
E con il film di Monicelli,
termino la mia elegia, direbbe un mio amico,
di fronte ad un padre che
spera nell’avvenire del figlio, che per garantire il lavoro al figlio si umilia
coni propri superiori iscrivendosi ad una loggia massonica e che poi vede il figlio morire per una
pallottola vagante nel corso di una rapina e lui si trasforma in un torturatore
che si farà giustizia da sé.
Ed è terribile lo svelamento
del male nel buono, nell’individuo lascato da solo nel proprio dolore, lasciato
senza una rete di sostegno a vagare nel male .
Dinanzi alla trasformazione
rappresentata da quella subita da Giovanni Vivaldi, il regista però
getta la spugna e afferma l'«irrappresentabilità degli italiani, per perdita
irreversibile di tutti i caratteri positivi». In
sostanza, non c'è più nulla da sperare, da credere, da ridere.
Ma nonostante tutto,
nonostante quegli anni lasciarono una scia di sangue, nonostante il delirio
degli anni a venire, da protagonisti noi possiamo solo leggere gli avvenimenti
senza il velo illusorio---
Gli ultimi quaranta anni sono
stati gli anni dell’omologazione, della prepotenza e della supponenza,
dell’ignoranza, del tutto urlato, del tutto è nostro.
Ora dobbiamo riappropriarci
della consapevolezza di agire e pensare sempre sul confine di una terra che non
è nostra, di un pensiero che non è nostro, di una ricchezza che non ci
appartiene, perché come gli indiani, come le religioni ,tutte, come anche la
psicoanalisi ci insegna noi non siamo padroni nemmeno delle nostre sensazioni…
perché la realtà non è come sembra.
Il vero insegnamento di quel
decennio ci resta impresso come un
marchio indelebile, come agire sempre attenti e vigili sul confine fra il vero
ed il falso, fra il bene ed il male, separando pazientemente e giornalmente
nella storia e nella nostra vita individuale il grano dal loglio, per aiutarci
a saper distinguere la storia scritta dai vincitori dalla storia dei vinti, a
saper cogliere e scegliere i fatti salienti per svelare la verità e la
giustizia dei vinti.
Niente e così sia
Ippolita Luzzo
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