La casa che abitiamo e gli amori che viviamo su facebook
Razionalmente scrivendo nesso non c’è. Razionalmente vivendo
nemmeno.
Posso però solo razionalmente spiegare.
Siamo abitanti di case che ci riflettono. Ognuno ha
la casa che è.
Disordinata oppure ordinatissima, pulita o sporchetta, con
troppa chincaglieria o spoglia, essenziale.
Case colorate e
allegre, oppure monocromatiche e fredde, case con uccelli impagliati su
trespoli, con chitarre e spartiti, con mille bomboniere e centrini, con sigarette
spente e cenere dappertutto, con bagni odoranti profumi inebrianti o puzzolenti
da fogna.
Da queste case a volte usciamo, sempre usciamo, per fare la
spesa, andare al lavoro, fare due passi.
Più spesso restiamo a pigiare sui tasti, cosa che ormai possiamo
fare dappertutto, pigiamo infatti in fila al supermercato, fermi al semaforo,
ad una conferenza, al cinema, al ristorante.
Gli amori che viviamo su facebook, pigiamo.
Con una mia amica, un giorno, abbiamo letto i mi piace, i
commenti, le risatine e approvazioni, il prendimi e seguimi, in modo
letteralcorretto.
Abbiamo così scoperto che tizio amava una lei, che
ricambiava, almeno quel giorno! Abbiamo così legato storie che avrebbero fatto
un romanzone
Amori fatti nascere da un impulso, un piacere, una
distrazione, perché… non si ha niente da fare.
Palesi e squadernati, gli amori su facebook sono impudichi,
si rincorrono da un contatto ad un altro, si commentano ad alta voce, si
offrono alla platea senza il filtro della casa.
Traslando statue bianche che lascive si accarezzano, ridendo
ad ogni anelito del lui o della lei, assecondando il narciso che esiste e blandendo la rabbia e la gelosia, gli amori
su facebook tralasciano il corpo abitato, sono puri immateriali, soltanto un
conclicco, non un contatto. Io ti conclicco perché tu mi piaci.
Amori senza una casa dove abitare, trascurano ormai la casa
abitata, e ridicoli, buffi, agitano anche libri e pennelli, fogli e quaderni,
per ornare un ornato da appendere al
vuoto.
Oscillano al vento le cetre amoranti un amore sussultante e citante, gitante, un amore per lui, per lei. Oh quanto t'amo, quanto t'amo, non lo sai...
Oscillano al vento le cetre amoranti un amore sussultante e citante, gitante, un amore per lui, per lei. Oh quanto t'amo, quanto t'amo, non lo sai...
Ma guarda un po', Ippi.
RispondiEliminaBentrovata Ippolita, frizzante come sempre. Vulcanica e pungente.
Hai saputo descrivere la situazione fb con puntuale pungente brio; soprattutto mi piace il pezzo: "Amori senza una casa dove abitare, trascurano ormai la casa abitata, e ridicoli, buffi, agitano anche libri e pennelli, fogli e quaderni, per ornare un ornato da appendere al vuoto."
Fortissimo. Azzeccato. Pizzicante.
Serenella, sempre le stesse cose ripeto. Come un mantra. Felice ti sia piaciuto.
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