giovedì 3 ottobre 2013

Teneramente Tattico- Daniele Timpano



Teneramente tattico- Daniele Timpano

All’ingresso del  teatro Politeama di Lamezia stiamo fermi in tanti, aspettiamo che inizi un monologo in cui l’Italia s’é desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa, e scopriremo in seguito, grazie a Carla, l’invisibile, che in realtà l’Italia sta nel burrone.

Dalila contro Sansone, Dalila Cozzolino, contro la ‘ndrangheta.

Siamo fermi, dicevo, appoggiati al muro, e conosco Daniele Timpano così.

Al muro. Lui si gira, accetta il contatto facebook, immediato, clicca mi piace, e la giornalista se lo porta via.

Le serate della rassegna Ricrii, stagione teatrale di residenza 2013, in questo settembre ottobre, cercano disperatamente, ma non troppo, un padre da guardare.

Patres sembra Recalcati, lo scrittore  dopo aver partorito Telemaco, Dario e Gianluca dopo La tempesta, Patres, Padre nostro che sei nei cieli…

Il padre che non abbiamo

Dal padre al figlio, seguo queste tre sere, sempre con questo padre, il padre di Dario, di Dalila ed ora il padre di Daniele.

Il padre partito, Il padre sparito, il padre morto.

Eureka, il padre non c’è. Evviva! Chissà come sarei stata, saremmo stati felici di saperlo tutti, un tempo lontano

Eppure abbiamo legami, legacci, e mattoncini lego che ci legano ancora…

Il lupo di Daniele lega la mamma, così non scappa, nelle "Operine splendide", che Timpano ha scritto a venti anni,  lega Clorinda terrorizzandola, certo per amore, solo per amore, e Oreste uccide la mamma, consigliato da Apollo. “Posso ammazzare la mamma?” é la domanda ovvia. Certo che puoi, caro!  

Il dadaista, che saresti tu, caro Daniele,  ci lascia stasera, dopo due ore di monologo, in cui io ho provato di tutto, sfinita mi sono poi arresa, uccisa e risvegliata, ho avuto un sussulto di orgoglio e riconosciuto Renato Curcio sui monti di pietra…

Insomma anni terribili e  tu sorpreso ti sei chiesto come fai ad esserci dentro visto che, come il lupo e l’agnello, sei nato dopo, quindi non puoi aver sporcato l’acqua, quindi non puoi arrabbiarti così, quindi non sei tu ad averla sporcata.

Veramente mi rifiuto anche io, io non c’ero, non sono stata,  e se c’ero leggevo. Non ho mai vissuto qui
Chi ha rubato la marmellata?
La fiducia di credere che un giro lo possiamo fare tutti, la fiducia di credere che non uccidi mai definitivamente, che nessuna cosa viene uccisa per sempre, perchè tutti dopo tre giorni risorgeremo, la fiducia di fare parte di un tutto, questa fiducia non ci lascia mai
Il surrealismo a luci rosse, proprio rosse, come il colore di tutto quel sangue rosso, come il rosso del tramonto che ...se rosso di sera, il rosso che non è più una bandiera e continua però ad essere il colore della vita, del palcoscenico, quel rosso di una Renault Rossa che ci appartiene, trasforma il bagagliaio morto in un fremito di memoria viva, vivo come sei tu.

 

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