A Parigi anche l’aria profuma
di Parigi
Non ero mai stata a Parigi.
Avevo vissuto per anni, sui
libri, nelle vie di Parigi di Maupassant,
ero con Forestier e Madeleine quando incontrarono George Duroy,
Bel ami,
che li ringraziò dell' accoglienza
sconvolgendo la loro vita.
Avevo subito con Eugénie
Grandet l’avarizia atroce di papà Grandet, l’avidità che segna perdute
esistenze di buoni.
Ero stata con Cosetta e i
Miserabili di Victor Hugo dai Thénardier,
avevo sorriso con Molière e la
sua scuola delle mogli
poi avevo percorso con la
fantasia i boulevards, immaginando di incontrare Sartre e Simone de Beauvoir ad un caffè.
Per anni Parigi è stata con me
ed ora io sono con lei.
Sono veramente a Parigi, sono
per la prima volta a Parigi, sono già nella storia del suono mouillé che canta
e modula eleganza e charme.
In viaggio, sull’aereo, il mio
vicino legge un libro, “ Anche le brioche si spalmano col burro e non con la
margarina”, scrive un certo Tissot o Tessut.
Tutti leggono,
Bukowski viene perso sulla scaletta dell’aereo
che scende a Bergamo, rintraccio e restituisco il libro al ragazzo.
“I love Tiffany” della Hart è
dimenticato in bagno da una giovane signora, alta, snella,
con uno splendido paltò bianco latte, con
collo di pelliccia, e borsa braccialini annata 2012.
La cerchiamo inutilmente, io e
la mia amica, tra un gate e un altro, ma di lei resta solo il profumo ed il suo
libro in mano che Mirella leggerà per tutto il viaggio.
Parigi mi accoglie e ci
accoglie così, con un bistrot; un sorriso aperto e veloce ci delizia di un
camembert, di un rochefort, misticanza
condita con aceto balsamico.
Da subito Parigi ha il viso, i
visi attractifs dei due ragazzi che felici ci mostrano un anello.
Per ora Parigi è un colore, un
verde profondo, forte e deciso, fiducioso e rotondo, un cerchio vitale che
dallo smeraldo all’anulare raggiunge le iridi
degli occhi di Francesca e si allarga nel futuro degli occhi di Jeremy.
Peynet, Prevert
o Brassens con le sue canzoni
erano tutti con noi, in una realtà superiore
ad ogni immaginazione
Se questo è un veleno est un poison lente- disse Voltaire, così
leggo nel bar tabaccheria dell’università di Parigi- Tabac de l’universite, 151
R. L’universite e poi a Saint Germain de
Prés siamo passati davanti Procope- fondato da Procopio dei Coltelli,
siciliano, luogo famoso per i suoi caffè,
frequentato dagli illuministi, da letterati e da Voltaire che litigò
anche con Procope, illuministicamente, però.
Una tre giorni parigina con
uno scippo elegante subito da me in metro e d’un tratto mi si sono volatizzati moltissimi euro, nel mio
immaginario in mano a Cosette e a tutto un mondo brulicante di Pennac e La
fata carabina, Belleville e un mondo di
magrebini e di popoli dell’est Europa ai quali io avevo regalato una festa
dell’Immacolata ricca e abbondante..
Ho visto in volto la ragazzina
che mi ha lasciato il portafoglio sul predellino, mi è sembrata una ragazza
perbene, più perbene dei tanti altri scippatori che ho miei vicini.
Così, la mattina dopo sono
passata leggera fra i banconi dei magazzini Lafayette, comprando con la mente
foulard e borsetta, una era rosa di
Dior, sicuramente il valore che mi era stato trafugato e l’ho immaginata mia, riconciliandomi con quello
che non ho più.
Mi rimangono negli occhi le
luci, i cerchi luccicanti degli Champ-Elisées, attraversati con una Seat Ibiza,
guidata da Jeremy e poi parcheggiata davanti la Cattedrale di Notre-Dame
immersa in un rito antico eppure sempre
nostro…la Messa domenicale della sera, con canti e suoni dal famoso organo e ai
rintocchi virtuali della campana del gobbo di Notre-Dame.
Porto con me dalla Francia una
scatola di allumettes Feudor, fiammiferi fatti rispettando l’ambiente, e le
medaglie benedette da una suora di
origine africana in rue Due Bac al 140,
Cappella della Madonna della Medaglia Miracolosa, iIl luogo dove Catherine Labouré ebbe le
apparizioni.
Riuscirò a conservare per giorni il profumo, la calma,
il lento ma ricco svolgersi degli avvenimenti parigini?
Riuscirò a individuare cosa
avranno mai spruzzato per le strade di Parigi per ottenere quella fragranza
olfattiva che donava piacere a papille gustative e visive in sensi che
vagavano dalla patisserie alla brasserie, che volavano oltre il tattile e l’aereo
dei profumi e dei foulards? Non credo, ma so però che
Parigi, Parigi col sole, ci ha
regalato una realtà di tranquillità, una bellissima felicità.
Per la Regina: Ippi Ippi Hurrà!!! Non ci sono mai stata, ma con te adesso mi ci sono fatta un giretto, .... e quegli autori che hai citato sono stati i miei preferiti, ehm... diversi anni fa! Un abbrazzuni, Carissima!E' la terza volta che provo a lasciarti un commento: fusse che fusse la vorta bbona!
RispondiEliminaSono Rosa Alba, mannaggia la terza volta ho dimenticato di scrivere il nome. Viene fuori ancora Lilia per il solito problema di privacy di Google di cui ti parlai. Ciao, beddaaaaa!!!
RispondiEliminaSono felice che ti sia piaciuto.
RispondiEliminaCredimi.
Tutto fantastistico.
Ci sentiamo per un viaggio insieme??? Rosa Alba, ciao e grazie
GRANDE, come sempre, la mia Ippoluzza!
RispondiEliminaIo purtroppo a Paris non sono mai andata ma mia figlia è tornata entusiasta, passando per come dici tu dal cafè Procope e andando in giro per i quartieri si è invaghita dell'atmosfera parigina.
RispondiEliminaAdesso tocca a me, grazie, mi hai fatto viaggiare con la mente.
-Francesca M Arcuri
Grande affresco di paris, regina Ippolita!
RispondiEliminauna Parigi senza passare dal via. Illuminante. merci.
RispondiEliminaL'ho apprezzato moltissimo
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