mercoledì 21 luglio 2021

Emanuele Pettener Floridiana


 Emanuele Pettener dalla Florida dove vive e lavora presso la Florida Atlantic University (Boca Raton,Florida) ci regala questo bel libro ambientato in Florida ma con una bellissima vacanza a Venezia, sua città, essendo lui nato a Mestre.

 La vicenda raccontata in prima persona dal protagonista mi suscita sin dall'inizio grande simpatia e mi sento vicina alla sua disavventura iniziale. Tom, questo il nome del protagonista, è un dentista di successo ma la sua aspirazione sarebbe diventare un romanziere, saper scrivere racconti. Scrive infatti e poi li legge alla moglie che, proprio sul più bello, lo interrompe domandogli se ha comprato i fagiolini. Non che la moglie sia una insensibile, anzi, la moglie lo incoraggia nella sua passione, lei stessa è una docente universitaria e ha scritto e pubblicato saggi di cinema, ma lui sente quella interruzione come un disinteresse profondo verso il prodotto della sua anima e decide di andare via, sente che la moglie non lo ama più, anzi addirittura sospetta che lo tradisca. Anche mia sorella, quando io tento di leggerle qualcosa, mi riporta alla quotidianità, alle bollette da pagare e alla spesa da fare, per cui sorrido a Tom e lo abbraccio quasi uniti nella stessa sorte.

 Incontriamo Tom ormai in una età di ripensamenti, direbbe Guccini, a settantuno anni, ed è lui stesso a raccontare tutti i tentativi fatti per pubblicare i suoi racconti sulle riviste, tutti i tentativi per raccogliere i racconti e poi proporre la raccolta ad una casa editrice, il suo corso di scrittura creativa, e la pubblicazione infine presso una casa editrice per opera dei buoni uffici della moglie, quindi da lui accettata senza entusiasmo.

 Il suo primo racconto risale al 1985, aveva quarant'anni e lui ricorda lo stato di esaltazione, che prende tutti, tutti, l'ebbrezza di aver scritto qualcosa che reputiamo meraviglioso. Poi l'ebbrezza passa.

Leggendo scopro che Emanuele Pettener è riuscito ad individuare una malattia profonda che può portare anche a vivere male, la sindrome dello scrittore incompreso, dello scrittore fallito, del tormentato vizio di scrivere che diventa un tarlo solitario.

 Così mi scrive un mio amico, uguale a Tom, "Sono un romanziere senza lettori, purtroppo la mia mente contorta e antica mi fa scrivere cose illeggibili." Questo tarlo poi addirittura può oscurare una vita lineare, fatta di belle amicizie, di affetti, di solide posizioni sociali, di viaggi. 

Ed è interessante che il libro riesca a raggiungere quanti più lettori possibili, perché oltre a divertire fa riflettere, fa riporre la penna, o almeno si guarderà con più distacco a quel foglio appena scritto.

Riuscire a creare personaggi così veritieri che addirittura abbiamo conosciuto, forse anche noi stessi siamo stati affetti dalla stessa ubriacatura che si prende Tom, quella esaltazione che arriva al primo articolo pubblicato è uguale uguale a ciò che provai anch'io, riuscire a farci sorridere di noi stessi, questa la grande qualità di Emanuele Pettener, amabile scrittore nel Regno della Litweb

Ippolita Luzzo 

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