venerdì 26 novembre 2021

Scrivere lettere a chi

Perché ti scrivo:-Perché ricostruisco attraverso te, un uomo che risponde, una me stessa  che non credevo potesse mai parlare. Non è la stessa cosa se andassi dallo psicologo. Non è la stessa cosa. Qui testo la mia capacità ad interessarti, ad essere un individuo normale che scrive ad un uomo normale.

21 agosto 2011

Perché andiamo verso un altro

Perché scegliamo una persona invece di un’altra

Perché te  invece di un altro dei tanti scrittori sulla Recherche 

Sicuramente scegliamo per curiosità, per coincidenze, per conoscenze  che sembrano comuni.

Scartiamo le persone che sembrano banali, che non ci rimandano ad un comune retroterra di passioni, di vissuto, li scartiamo ed inevitabilmente la selezione diventa ,con gli anni sempre più implacabile. Chiusi per sempre a ciò che per noi è futile, amplifichiamo la portata delle nostre suggestioni, vivendo in modo favolistico e superlativo gli incontri che reputiamo consoni al nostro sentire. Va bene così, se la tolleranza verso chi non ci appartiene non viene meno, se il rispetto verso il volgo indistinto che nome non ha(Manzoni?)rimane un caposaldo del nostro interagire. Lo dico principalmente a me che mi ritrovo spesso a sbuffare, ad allontanarmi ,a rispondere sarcastica ad idiozie, sentendomi poi più sciocca  delle stesse persone che poco prima avrei volentieri  zittito. Adesso sono così, antipatica ,persino a me stessa, avrò anch’io un delirio di onnipotenza? Riconoscerò in tempo i sintomi ,prima di ritornare anch’io a rinchiudermi annoiata nel libro della supponenza?

------Perché l’amore, perché sentiamo attrazione ,interesse  verso un altro, perché non possiamo fare a meno  di un sentire condiviso. Sicuramente è una pulsione interessata, molto interessata, e sempre secondo me,dell’altro non ce ne frega proprio niente. Anche quando ci distruggiamo per lui, quando pensiamo che la nostra vita sarà finita senza lui o senza lei, anche allora, dell’altro non ce ne può fregar di meno. Perché siamo  sempre concentrati su di noi, su quello che ci fanno, su quello che facciamo, su quello che vogliamo, su quello che ci danno o non ci danno.  Mi ami o no? Ma stiamo recitando? Cinquantenni, sessantenni, ma sì anche settantenni che ci vergogniamo, ci puniamo, ci domandiamo se lui ci ama: Ma siamo ammattite?

Quel che conta in ogni nostro vissuto non è banalmente com’è stato ma com’è finito. Una carriera luminosa finita male lascia l’amaro in bocca, un amore ricco ma sciupato nell’infamia sarà uno scorno, una vita piena troppo piena  può provocare indigestione (io non sapevo, ora lo so) invece il digiuno ci fortifica, ci rende dignitosi, ecco perché i grandi saggi dell’oriente digiunavano, digiunavano proprio come me e sapevano poi uscire in tempo utile da ogni  esperienza per portare con sé per tutta la vita la splendida sensazione della bellezza del momento vissuto.


La vita che vorremmo   22 agosto 2011

Nell’estate del 2005 mi innamorai di un racconto di Leonardo Soresi - Premio Chatwin 2004-“Il ragazzo che non  voleva viaggiare” .Era sull’ inserto della Repubblica Viaggi. Lo lessi a tutte le persone che venivano a trovarmi, lo lessi tanto che alla fine lo sapevo a memoria. L’ho conservato e ti scrivo ancora su quel giornale. Era la storia di un ragazzo in un deserto con l’otre che gocciola e lui rimane senza riserve. Sono i pensieri, i suoi, di qualcuno che morirà perché rimane senz’acqua. Sono pensieri molto belli ed io li feci miei. Io quell’estate bevevo, per infusione, nel port, la pozione della maga Circe, così chiamavo la chemio pesante, due volte al mese, il folsfox, e due volte al mese mi trasformavo, poi mi riprendevo. Ma quello fu un periodo fertile, perché la forza impiegata per non soccombere mi ha aiutato ad affrontare il peggio dei giorni successivi. Dopo nulla fu più come prima. Te lo racconto solo per non sembrarti un’oca giuliva che dice "che bello! Che bello!". Lo penso davvero. Poi la medicina dissennata ha continuato a sbagliare e nell’altrove io ci sono stata veramente. Ma questo non ti interessa. Ora apprezzo ogni minuto, ogni giorno e sono felice di essere ancora qui a gioire di una vita che prima non avevo neppure intravisto. Credo che la mia vita sia iniziata nel 2005.E così ho sei anni!!

A me non interessa quanti anni hai, l’avevo supposto  dopo un po’  ,dai tuoi racconti, dal tuo passato, che tu fossi di un’epoca leggermente antecedente ed infatti ti ho  scritto “Il fratello della mia amica” che avrà un cinque o sei anni in più di me. Quindi lo sapevo ma ho aspettato che lo dicessi tu perché  tu trovassi in te la sicurezza di accettarti per come sei. Solo se ti accetti non avrai bisogno di veli, di bugie, di schermi, di nascondigli. Solo se non hai paura di vedere te stesso diverso  di quello di qualche anno fa potrai essere felice  di quello che sei, di quello che hai. Sarai un uomo molto problematico, un uomo che non ti piace, me lo hai detto tu tempo fa, sarai stato  molto amato e lo sei ancora ma questo invece di darti gioia ti soffoca, come se tu lo subissi. Mi dispiace, te l’ho detto, il digiuno non può capire il sazio, ma nessuno può aiutarci a lenire i nostri dubbi, le nostre insoddisfazioni.

Io, te l’ho detto tante volte, sono in un altro momento e mi auguro di essere stata propositiva, nonostante sia una rompiscatole. I miei cari ti compiangerebbero. Per loro sarebbe inconcepibile dedicarmi il tempo che mi hai dedicato tu- Io sono per loro il nullaeniente. Eppure non mi hanno distrutto, anzi ,lo vedi? Si può dare e fare di più.

Anche tu ce la farai a scrollarti questo taedium vitae che non ti appartiene. Ti auguro di cuore che tu riesca ad essere felice  dei tuoi affetti  e auguro ad entrambi una leale e proficua collaborazione.

Io non potrei mai fingere di dirti che sei bravo se tu non lo fossi. non sarei stata capace di scrivere tutto quel mare di parole che amo immensamente e che ho raccolto così come  ho raccolto e conservato le tue, insieme, e te l’ho già detto, ne verrebbe una storia pregevolissima, ma sappi che non ho scritto per questo. E’ venuta fuori da sé ,nell’estate del virtuale, spontaneamente, ma se tu non sei d’accordo strappo tutto.

Ti auguro di cuore che il successo ti giunga, ti auguro che tu riesca a realizzare i tuoi sogni.

Io, i miei, li realizzo giorno per giorno grazie ad un amuleto favoloso che ho trovato per caso pigiando i tasti di un computer!


Ippolita Luzzo 





 

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