mercoledì 9 gennaio 2019

Il Film su Van Gogh è un dipinto

Il giallo Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità: un dipinto su pellicola
siamo a Parigi e poi in Provenza. Ad Arles con Vincent Van Gogh Sono gli anni del trasferimento alla "Casa Gialla"
"Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità: il lavoro di Schnabel
Julian Schnabel, in quanto pittore, giunge alla realizzazione di un secondo film in cui pone l'arte a protagonista. Come per "Basquiat" al regista non interessa indagare sulla creazione artistica, bensì concentrarsi sui rapporti tra Van Gogh e Gauguin, e tra il protagonista e il suo tempo. Per realizzare il film Schnabel si trasferì in Provenza per tentare di cogliere quanto Van Gogh, nei suoi anni, aveva colto."


Nel film il tormento e il malessere di un artista, dipendente dal fratello, e la sua anima errante che fa nascere la sua arte dal dolore e dal dubbio, esplodono nella luce dell'arte, del colore.  


Ed ora parliamo di vivi e morti. Cos'è l'arte se non il dare la vita? e chi sono i vivi fra noi se non gli artisti? Nel dialogo fra il medico e Vincent ci sta tutta la diversa sensibilità o meglio adesione alla vita fra l'artista e il suo dono agli altri affinché anch'essi vivano. Si crede puerilmente che vivere sia compiere gesti abilitati alla sopravvivenza del corpo e gesti ripetuti ogni giorno nelle abitudini necessarie. Si crede poi che vivere sia raggiungere una stabilità e una sistemazione e tutto ciò che occorre per interpretare un ruolo e una funzione. Ebbene ciò non fa di un essere vivente un vivo, spiega Van Gogh, anzi quei vivi sono così poco vivi che lui sente l'urgenza di donare loro in regalo la luce dei suoi colori, la meraviglia della sua arte. E poco interessa all'artista se in quel momento non verrà capito il dono, anzi non venir capito sembra una terribile conseguenza del dono. 
In ciò l'arte continua il dialogo fra essere vivente e non esserlo, nella dicotomia del gesto impellente e della distanza, nel disagio e nella ricchezza di suggestioni. Come vive l'artista? ci chiede e ci va vedere questo film che si pone come un paesaggio di vicinanza al vissuto intimo del pittore.  Il pittoreregista ci risponde con immagini di una natura vista attraverso gli occhi dei quadri di Van Gogh, una natura colorata o spoglia ma parlante nella desolazione dei girasoli grigi e ripiegati nella landa invernale e nei girasoli gialli ed esplosivi dell'estate, nei campi verdi di Arles, nelle foglie e nei rami protesti verso il cielo blu. L'artista ha in sé il dono della grazia, diceva quel grande umanista di Bazlen, che ha dato vita alla casa editrice Adelphi insieme a Roberto Calasso. Ed è Roberto Calasso a raccontarlo nel libro L'impronta dell'editore, quando diedero vita ai libri unici, ai libri che nessun altro avrebbe pubblicato perché straordinari. La grazia, lo stato di grazia, per l'artista è quel momento in cui lui, incurante del gusto del momento, sente di dover regalare la sua personalissima visione del creato, della creazione. 
Ippolita Luzzo 

Fin qui il mio apporto al film  e di seguito riporto una recensione di Gianni Canova
"Ha 63 anni, ma interpreta in modo credibile un artista che di anni ne aveva solo 37.

Si sottopone a tutti i rituali iconici con cui la leggenda di Vincent Van Gogh vive nell’immaginario collettivo (il cappello di paglia, la benda che copre l’orecchio mozzato, la barba non rasata…) senza per questo mai lasciarsi catturare dalla “maniera”.

Presta il suo viso scavato e spigoloso a incarnare le asprezze, le rotture, le cesure, le furie e le malinconie che segnarono gli ultimi anni della vita di Van Gogh riuscendo comunque a non risultare mai scontato. Se l’è meritata, Willem Dafoe, la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile al Festival di Venezia per la sua performance nei panni del protagonista nel film di Julian Schnabel Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità.

 Il modo, lo sguardo, la forma. Di questo, del resto, discutono  Van Gogh e Gauguin in uno dei loro tanti dialoghi sull’arte presenti nella sceneggiatura del film. “Perché – chiede uno all’altro – la gente guarda un quadro? Per vedere le persone dipinte o i dipinti delle persone?”. Già: cosa ci interessa in un’opera d’arte (un quadro, ma anche un romanzo, o un film)? Perché guardiamo la Gioconda? Per sapere qualcosa dell’enigmatica signora che vi è ritratta o perché ammaliati dal modo in cui Leonardo la ritrae? La risposta è quasi implicita: e ho come l’impressione che dovremmo applicare lo stesso criterio anche al cinema e ai film. Anche a questo film.

Che è più interessante per come mette in scena van Gogh che per quello che racconta di Van Gogh (l’ipotesi della morte per omicidio invece che per suicidio come sostengono le fonti più accreditate).

Schnabel usa spesso la soggettiva per farci vedere il mondo come si può ipotizzare lo vedesse Van Gogh., lascia che il nostro sguardo sia invaso dai colori (i gialli-girasole, i verde-albero, i blu-cielo) che colpivano la visione di Van Gogh e poi diventavano quadri.



La sceneggiatura spesso si ferma, gira su sè stessa, si accende, contempla, schizza. Ed è in questi momenti che il film vibra e vola: quando Schnabel cerca di fare con la macchina da presa ciò che Van Gogh faceva col pennello. Cogliere l’attimo. Rendere il flusso della vita. Creare contrasti, accoppiamenti spregiudicati, rompere le proporzioni. Vedere come gli altri non vedono.

Ecco: questo ci offre Schnabel con questo film. Un’esperienza di visione. Per apprezzarla però bisogna rendersi disponibili a vedere in un altro modo. E non comportarci anche noi come quei bambini o quei saccenti o quei paesani che osteggiavano Van Gogh, e lo sbeffeggiavano, e lo isolavano, semplicemente perché non lo capivano."

In soli quattro giorni dall’uscita ufficiale nelle sale cinematografiche italiane, il film evento Van Gogh - Sulla soglia dell’eternità ha raggiunto oltre un milione di incassi: record al box office.

L’opera cinematografica con la regia di Julian Schnabel che racconta gli ultimi anni della vita del celebre pittore olandese è al sesto posto nella classifica Cinetel e al terzo posto come miglior media copia. Distribuito da Lucky Red in associazione con 3 Marys Entertainment, la pellicola infatti supera il milione di incassi al box office, per un totale di 1.241.021 euro e di 179.753 spettatori.

In 256 copie, il film Van Gogh - Sulla soglia dell’eternità registra anche un’ottima media copia di 4.848 euro, collocandosi al terzo posto della classifica subito dopo Ralph Spacca internet e Aquaman. 


















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