venerdì 1 giugno 2018

Tiziana Calabrò ed Eleonora Uccellini a Lamezia

Ieri sera al Chiostro Di San Domenico lo spettacolo di Tiziana Calabrò ed Eleonora Uccellini “Ho attraversato ridendo la terra capovolta... ma anche no” ispirato al blog di Tiziana “Lamedagliadelrovescio” si chiude fra abbracci, applausi e profezie. Ritornerete, esclamo, ritorneranno, diciamo insieme a Michela Cimmino, alle colleghe e agli alunni del liceo Scientifico e del Liceo Campanella. Ritorneranno, tutti lo vogliamo, sentiamo in coro dal pubblico. 
Dopo lo spettacolo Tiziana Calabrò ed Eleonora Uccellini vanno a conferire al Quirino con zaino e trolley, vero Michela?
Michela Cimmino presenta lo spettacolo ricordando Paola Scialis, donna stupenda, attrice e promotrice di attività teatrali, scomparsa domenica, per un attimo brutale di fatalità. A lei dedichiamo lo spettacolo che inizia con l'augurio di rinascere.
L’incontro con il teatro per davvero, ridendo e pensando sulle note dell’essere donna.
Cosa vuol dire essere donna. Un inno alla femminilità.Se rinasco voglio essere donna. E se rinasco uomo? Improvviserò
Inizia così un lungo viaggio sui diritti e sui sentimenti, sul dialogo mamma vecchietta e figlia e sul dialogo fra la figlia diventata mamma e la sua di figlia. Un abbraccio a tutte le coppie, alla famiglia, in qualsiasi forma essa si presenti perché la famiglia è dove ci si vuole bene. Un omaggio agli amori, a qualsiasi forma di amore, anche a quelli distruttivi, a Frida, alle donne sfortunate, disgraziate, per una sorte terribile, eppure capaci di respirare. Il respiro come forza, e la forza sia con noi. Con tutte le donne
In scena la scrittrice è “Tizianeda”, come la chiamava la nonna Bianca. La scelta di questo nome è un omaggio alla nonna.  Eleonora e Tiziana ci coinvolgono, interpretano e recitano con professionalità e presenza ciò che donano, un gioioso mondo di nascite, nascite per davvero. Si sente palpabile l'amore e la competenza, si sente lo studio e l'entusiasmo, e si sente la voglia, l'incoscienza e la follia... di voler esserci a modo loro, a modo nostro. Senza stereotipi. Cosa sarà mai una donna del sud? Davvero davvero quel legame fra figli e mamme e scatoloni di cibi spediti in ogni angolo d'Italia? Sorridiamo e ci abbracciamo e fra gli abbracci finali arriva qualcuno alla fine col rimpianto di non esserci stata, mentre tutti dicono "Oh cosa ti sei persa!" e questo è il bello del teatro, lasciare quel sottile languore di voler esserci ancora. Ritorneranno. 
Ippolita Luzzo 

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