domenica 10 dicembre 2017

Maria Antonietta Ferrarolo e Giorgio Biferali fra lo scoiattolo e il gattopardo

Più libri più liberi, la grande vetrina annuale della media e piccola editoria indipendente, inizia così, con "Lo scoiattolo della penna" di Giorgio Biferali che gioca con "Il Gattopardo raccontato a mia figlia" di Maria Antonietta Ferrarolo. 
Incontro voluto da una collana per ragazzi, dagli 11 anni in su, La Nuova Frontiera, una collana pensata per far conoscere i grandi autori del Novecento italiano. 
Questi sono i primi volumi.
Ve li presento con pochissimi appunti da Litweb. 
Italo Calvino, lo scoiattolo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il gattopardo. 
I due autori si mettono al servizio della letteratura con semplicità e con rispetto, offrendo ai tanti alunni delle scuole di Roma un'ora di piacevole conversazione.
"L'obbligo è diventato un piacere" racconta Giorgio, ricordando se stesso alunno, figlio di una prof di filosofia, e poco attratto, da bambino, dalla lettura. Un bel giorno scoprì " I sentieri dei nidi di ragno" di Calvino e nacque la sua meraviglia.
" Scuola vuol dire riposo, spazio libero, spazio di sperimentazione" argomenta Maria Antonietta, ricordando come la scuola sia il luogo del pensiero e non del lavoro. 
Una lezione lieve e di invito ad assaggiare, a guardare, da passeur, le offerte letterarie, a loro volta di passaggio sulla vetrina della nostra letteratura. 
Ritorno a casa con questa figura del passeur, evocata da Giorgio, ben delineata da Pennac in una sua lezione magistrale a Bologna.
Il passeur, colui che ama i libri, li legge e li porta a spasso, facendoli incontrare con altri libri. offrendo un foglio, una citazione, per incuriosire un ragazzo, un alunno, un amico, donando in regalo un titolo, una trama, un racconto. 
Il passeur ci regala l'immaginazione, la serenità di leggere senza obbligo, leggere come piacere e godimento.
Ippolita Luzzo  

"#Piùlibripiùliberi: il passeur di Pennac 
Altri, per fortuna — professori, critici letterari, librai, bibliotecari — preferiscono essere dei passeur . Ed è ben più di un ruolo, è un modo di essere, un comportamento. I passeur sono curiosi di tutto, leggono tutto, non si accaparrano niente e trasmettono il meglio al maggior numero di persone.
Passeur sono i genitori che non pensano solo ad armare i figli di letture utili a farli laureare al più presto, ma che, conoscendo il valore inestimabile della lettura in sé, sperano di farne lettori di lungo corso.
Passeur è il professore di lettere la cui lezione ti fa venire voglia di correre subito in libreria. E costui non si limita a insegnare la letteratura francese in Francia, l’italiana in Italia o la tedesca in Germania, ma apre tutte le frontiere letterarie, dà accesso all’Europa, al mondo, all’umanità e a tutte le epoche della letteratura.
Passeur è il libraio che inizia i suoi giovani clienti agli arcani della classificazione, che insegna loro a viaggiare fra generi, soggetti, autori, paesi e secoli… che fa della libreria il loro universo.
Passeur sono gli universitari che non vogliono formare soltanto dei chirurghi della letteratura, ma degli stimolatori della coscienza, degli attivatori della meraviglia.
Passeur è il bibliotecario capace di raccontare i romanzi presenti sui suoi scaffali!
Passeur è l’editore che si rifiuta di investire solo nelle collane di best seller, ma che non per questo si chiude nella torre d’avorio della letteratura sperimentale.
Passeur è il critico letterario che legge tutto, scopre e invita a leggere il giovane romanziere, il giovane drammaturgo, il nuovo poeta, o che risuscita la grande penna dimenticata anziché gongolare delle proprie raffinate stroncature.
Passeur è il lettore la cui biblioteca contiene solo pessimi romanzi o saggetti di quart’ordine perché i libri migliori li ha prestati e nessuno glieli ha restituiti. D’altronde l’atto di leggere è per definizione un atto di antropofagia, perciò è assurdo aspettarsi che un libro prestato sia restituito.
Passeur supremo, infine, è colui che non ti chiede mai la tua opinione sul libro che hai letto, poiché sa che la letteratura ha ben poco a che fare con la comunicazione. Per quanto desiderosi di trasmettere, siamo anche i guardiani del nostro tempio intimo. 

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