giovedì 18 febbraio 2016

I grafomani

Poi vi scriverò una lettera                     22-05-2010
 I grafomani
-Cara cugina, poi vi scriverò una lettera- era questo l’affettuoso commiato di un lontano parente di mia nonna dopo una lunga visita, durante la quale lui aveva tanto raccontato.
Era diventato proverbiale a casa mia. Si diceva spesso così quando le cose della vita richiedevano lo spreco di molte parole e non bastavano. 
-Poi vi scriverò una lettera- sornione il nonno ripeteva.
Ed io, in età ormai adulta ho preso a scrivere una lettera al chirurgo che mi operava, all'oncologo che mi aveva preso in cura, ad amiche pazienti, a sorella, mamma, marito, figlio, poco felici, per la verità, i miei cari, s’intende.
Lettera, Letteratura, Letteraturos -  turas - tura esse, stare per fare una lettera, perifrastica attiva del verbo lego, essere sul punto di leggere: è così? Ironicamente mi viene la prima traduzione: Sono sul punto di scrivere una lettera. 
Aiuto! Fermateci.
Hanno ragione i miei cari:- Non scriverci più, non vogliamo sentire, non vogliamo leggere, se dovessi occuparti di come far quadrare i conti non faresti esercizi di fantasia!-
 -Ma ti pagano almeno?- domanda qualcuno. 
Vano il mio tentativo di spiegare quante cose, le tante cose che nella vita si fanno senza che abbiano un valore pecuniario.
Si respira, si guarda, si parla, si mette al mondo un figlio, si ascolta. 
Si possono fare tanti gesti senza un immediato ritorno monetario.
Ma ahimè, sono una snob- me lo posso permettere. 
Ce lo possiamo permettere noi che amiamo la letteratura. 
Preferiamo leggere, annotare sensazioni, perché siamo aristocratici, facciamo parte di una élite.
 Aristos- I migliori della società, nel senso più umile e modesto del termine, coloro che vivono di  letteratura.
Non di solo pane vive l’uomo!



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