sabato 5 settembre 2015

Il sale di Salgado sala poco, lo sai

"Il sale della terra" 4 settembre  a Lamezia Terme per  Lamezia Summertime 2015 Cinema e cinema. Rassegna che, nel cortile dell'Edificio Scolastico " Maggiore Perri", presenterà, come ciclo conclusivo all'aperto, "Birdman", grande film, premio Oscar al miglior film 2015. Io avevo già scritto i miei applausi e poi   entusiastica adesione ai giurati. Ottima la scelta  della  rassegna che  continuerà ad ottobre nel Teatro Grandinetti.  

Il sale della terra è un film su Salgado, con regia  e sceneggiatura comune  di Wenders e del figlio di Salgado. 
Salgado che racconta Salgado e troppo sale non si può assaggiare.
Il film vale per quello che è, una raccolta di fotografie, esteticamente perfette e fin troppo perfette, di una carriera lunga e ricca di viaggi e suggestioni. Immagini in bianco e nero che testimoniano visita del fotografo in luoghi di dolore. Lui c'era, dunque. Infatti nel film il testo recita pressapoco così. Io c'ero nella più grande miniera a cielo aperto del mondo, io c'ero quando bruciavano i pozzi del Kuwait, io c'ero nel Ruanda e c'ero in Thailandia. Lui c'era e fotografava perfette e composte donne con polso piegato e scialle stirato. Lui c'era. Sorretto da un testo fasullo e agiografico,  nel film scorrono le immagini che dovrebbero emozionarvi. Non vi emozionate con Sarajevo?  Non sentite che siamo tutti cattivi come gli Hutu e i Tutsi? Com'è cattivo l'uomo! eppure il mondo è bello, bellissimo e via dunque nel finale rutilante una natura bellissima, le pose plastiche del mare, dei pinguini che si tuffano dall'iceberg e dei trichechi che ballano in gruppo uscendo dal mare come fotomodelle. 
Non vi basta? Allora vi regalo la nuova foresta vergine amazzonica, piantata da casa, piantina per piantina, milioni di piantine e quando loro cresceranno, sono già cresciute! l'acqua tornerà, perché la vita è ciclica e si ritorna sempre all'infanzia. L'infanzia dell'umanità. Unico pensiero condivisibile davanti a tutto un testo che mi ha fatto girare e rigirare sulla sedia per l'enorme vuoto di una rappresentazione finta. Il viso di Salgado come novello guru appariva dentro lo schermo nero a darci la buona novella del suo pensiero, quale che sia io non l'ho capito, infatti nessuno lo ha trucidato sui luoghi di guerra come Rémi Ochlik, morto in Siria nel 2012 per documentare, lui sì, gli orrori in corso. 

In ricordo commosso dei tanti fotografi di guerra che si sono spesi a denunziare davvero gli orrori,  io ho invece visto Salgado, il fotografo buono per buoni e cattivi, anzi buono per fotografare belle stampe da salotti internazionali, per la buona coscienza di Wim Wenders e compagnia. 
Con  troppo sale il cibo immangiabile è

3 commenti:

Unknown ha detto...
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Unknown ha detto...

Ho visto il film e non l'ho trovato tanto stucchevole.
È l'omaggio di un figlio al padre che, durante la sua infanzia, non è stato molto presente perché in giro per il mondo con la sua macchina fotografica.
Forse, è vero, un pò troppo idolatrato ma è la tpica inconscia e conscia elaborazione di una figura paterna che non c'è stata negli anni cruciali della tua crescita e che riscopri "da grande".
Belle immagini seppure alterate dalla magia del bianco e nero che nasconde il sangue nei territori di guerra e l'inquinamento nei paesaggi naturali. Una bella storia resa possibile anche da Lelia, sua moglie, che da sola ha cresciuto i loro due figli e da sola ha convissuto con il dolore del secondogenito affetto dalla sindrome di down che, ,in verità, appare molto marginalmente nel documentario. Un Salgado misconosciuto.
Mi è piaciuto il passaggio dell'opera fotografica che, dalla testimonianza della distruzione dell'umanità ( foto di guerra, popoli ridotti alla fame, morti, dinne e bambini, terre abbandonate e violate) passa alla celebrazione della natura animale e vegetale ritratte nella loro massima espressione di potenza e fulgore.
Un segnale positivo di possibile rinascita da immani tragedie e immense macerie che non mi pare molto realistico considerate le condizioni ambientali del pianeta.
È Lelia Salgado il Sale della Terra.
una donna che, senza macchina fotografica, ha realizzato la più bella foto possibile ridando concretamente vita ad un territorio ormai arido e infecondo.
È lei che decide di far rinascere un pezzo di foresta amazzonica ripiantando milioni di alberi, rigenerando una terra ormai erosa dalla siccità.
È tanto il Sale della Terra.
È una donna il Sale della Terra.

Unknown ha detto...
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