martedì 22 settembre 2015

Il Fiato del mondo di Marcello Comitini

Di noi che doniamo una parola
in versi, in prosa, su qualche foglio scritto,
resta il piacere di avervi porto un giorno, 
un tempo ed un pensiero, quel pensiero.
Ignari di tutto il vostro mondo
vogliamo regalarvi sempre il nostro,
convinti, certissimi, che sia il nostro
quello e non altri, il mondo ed il modo 
in cui dovreste stare per pensarci un po'.

Regalo a Marcello Comitini questi miei versi scherzosi dopo lettura dei suoi versi che ho sottolineato
 Nel bosco.
" Abbiamo sempre bisogno di credere che siamo sul punto di uscire da un bosco" io poi ho cambiato, accanto, la fauna, e da corvi e gabbiani che vedrei meglio, gli uni volteggiare su burroni aperti, gli altri in riva al mare, ho abitato il bosco di cervi e cinghiali, magari sbagliando, dove stanno i cervi non stanno i cinghiali. 
" Sempre speriamo che una luce ci attragga...
senza quiete cerchiamo
con le parole nuovi sentieri
mentre inciampiamo nelle sperdute
in mezzo alla polvere" 
Faccio cerchi con cui avvolgere in un abbraccio " Allontanarmi" ed infatti io gli chiedo l'ironia dei versi, lui lo sa che leggo deformando a mio uso, affinché la lettura mi sollievi, lenisca la mia impotenza e mi allontani da un vivere che non mi piace. 
Faccio un cerchio su Orfeo@mail.org e ridendo mi ritrovo al tempo in cui vivevo di mail, bellissime mail  sconosciute,  non ho visto mai il mittente, non potevo voltarmi come Orfeo, pena la sua scomparsa.
Ma io non sono Euridice ed ho preso a far mail, a scrivere su blog e dappertutto, a parlare a parlare come se lo avessi sempre fatto.
Potenza di mille mail " Nell'ora incerta"
" Scrivo che non ti aspetto 
su questi tasti neri dove batto
con la malinconia rabbiosa di un errore."
" Il Nuovo inizio"
" Alla luce tagliente ciascun uomo ha cercato
 uno spazio un luogo un campo una casa"
nell'eleganza e nei versi raffinati di Marcello la cura e l'attenzione verso un esistere che ci riguarda tutti ma che filtrato da un singolo uomo diviene altro, un sasso.
Le sue poesie  hanno una parvenza di sorriso, nel " Capodanno delle api" senza miele perché vuoti sono i favi eppure poi ci raccomandano
 " Finite ciò che ho cominciato
di questo lungo giorno che svanisce."
" Fermi nell'attesa del commensale sconosciuto"

ed anche se sappiamo chi sia il commensale 

" Gli occhi adesso vedono con pupille intense la cecità del sole" 

Il fiato del mondo di Marcello Comitini.
La vita e l'amore, al contrario. 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per questa pagina che mi hai dedicato. Non so quanto comprensibile agli altri (e qualcosa anche a me stesso, per esempio cinghiali e cervi in luogo di corvi e gabbiani il cui urlo è per me assordante mentre i tuoi sono in prevalenza muti e concilianti). Ma ciò che condivido in maniera particolarissima è la tua ultima notazione sul mio modo di poetare "la vita e l'amore al contrario". Ci hai davvero azzeccato, perché quello che voglio comunicare è proprio la vita e l'amore al contrario. Le mie poesie non mirano a "lenire un'impotenza" né tanto meno ad "allontanare da un vivere che non piace". A questo ci pensano altri, dalla televisione a facebook e a tutti coloro che scrivendo prendono la vita come un intrattenimento e ci spingono a dimenticare il singolo, proprio quel sasso che tu hai ben individuato (che poi è quella evangelica "su questa pietra...").
Non intendo correggere nulla di quello che hai scritto: sono molto rispettoso del pensiero dell'altro, qualunque esso sia. Posso invece ringraziarti per tutta l'attenzione che hai dedicato al mio libercolo, nonostante la sofferenza che la sua lettura ti ha causato.

Ippolita Litweb ha detto...

Ho letto con felicità i tuoi versi e lanceremo il sasso nello stagno della vita. Cerchi concentrici avremo

marcellocomitini ha detto...

Grazie, Ippolita.