lunedì 15 giugno 2015

XXX APRILE Massimo Sannelli e Maurizio Carnevali: Un mio omaggio

Massimo Sannelli e Maurizio Carnevali
XXX APRILE

Ricevo in mail poesie e diario di Massimo Sannelli e nello stesso giorno sono invitata alla mostra di Alberto Badolato e Maurizio Carnevali nel giardino dell’ Altrove a Lamezia.
Appesi alla pietra viva con fili di acciaio i grandi quadri dei due artisti sono emanazione della pietra stessa.  Ne parlerò in un altro mio post, ora voglio lanciarvi le immagini che si rincorrono nella mia testa e giocano quasi: Il fauno di Maurizio ed il fauno di Sannelli, poeta ed attore, due grandi sensibilità insieme.
Massimo Sannelli, nato ad Albenga, vive a Genova. Maurizio Carnevali conosce luoghi e storie di Genova, lui che ha dipinto le canzoni di De Andrè. Dipingerà le poesie di Massimo?
Poesie  di Sannelli  con dipinti di Maurizio
“se ride il fauno, il fauno si diverte
da sé; e come gioca? coi corpi gioca, con
gli animaletti morti, con le teste
di plastica trovate ed una donna,
viva e vera”
“Il fauno è all'ospedale: tra i malati è opaco
e senza film, è qui chi cammina.
in questo spazio pelo e peso, uso
di mano ma la preda vive ancora
e questo non è cibo, non è cibo. e il nido vano
è della bestia e ha dieci dita in terra
nei giardini di plastica e ora è mimo,
il mimo umano in via Madre di Dio.”
Alcuni versi di Sannelli che possiamo leggere nel seguente sito https://lottadiclassico.files.wordpress.com/2015/06/xxx-aprile.pdf
 Intanto io con questi versi in testa giungo al giardino. Un pittore, Maurizio,  che ama i colori, il rosso, soprattutto.

Maurizio aveva preparato le sue tele sul fauno e su Pan per una mostra tenuta a Roma: Pan, amore e violenza.  Guardo.
Il fauno, creatura dei boschi, uomo con piede di capra, che venne poi identificato con Pan

Ed io con in mente un mio antico pezzo La cicala ed il satiro-5 settembre 2011
Cantava tutta l’estate, sui tigli fioriti la cicala cantava, cantava: che bello, che bello, il sole, le stelle, la vita, il calore.
Suonava  per boschi, per  valli incantati, suonava felice il satiro Pan.
La cicala cantava dalla coda, si nutriva di rugiada, si perdeva nei suoi suoni.
Cantava una sola estate. Poi moriva.
Pan, il tutto, pas, pasa pan, ricordi? il molteplice, il duplice, era uomo e donna.
Unione di desiderio-uomo-ed incanto-donna.
Suonava, suonava e bloccava le ninfe, trasformandole in oggetti inanimati, perché il tutto dissolve l’individualità.
Era il diabolico, perché poi divide e separa. Umano bestiale.
La parte inferiore nella materia, quella superiore luminosa.
Pan, una sessualità solitaria, due falli.
Le ninfe diventavano altro  e nelle  valli incantate della nuova  tecnologia ripetevano  smarrite le ninfe della mitologia.
La cicala cantava e guardava, cececè, cececè, cantava  cantava
Settembre è  già qui


Massimo Sannelli, poeta e attore: gloria al molto rosso, che copre/ gli occhi. gloria toglie il silenzio:/ piegato, una volta, in spine, poi luce/ vera. Non brutta luce, ancora;/ invasione.
Da L'Aria poesie di Massimo Sannelli









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