giovedì 4 settembre 2014

Presentazione Presentazione- La fame che non hai conosciuto mai



prima crociata


primo presentatore  dice "bello", dopo aver letto il libro,  " libro con  politica di riflessione in seconda battuta. Sulla cronaca di fatti terribili, su una guerra civile fra poveri e agrari per il possesso della terra. Forse riflessione andava in testa e non in coda al libro" io, insieme a presentatore, diremmo, andrebbe sempre in testa.

Secondo presentatore inizia con un dunque, afferrando il microfono.
Dunque?

Conclusivo

Lui ha letto?

Premessa inutile, sui  vari libri scritti e su vita di Castellina

Passione e capacità generica, ha vinto il premio Sila



 introduce così:


"Un libro che ci fa riflettere da dove veniamo


E dove vorremmo andare
dopo aver letto 

recensione su venerdì di Repubblica

Una politica a tutto tondo"

 Come si presenta un libro:
 
Nella guerra muoiono sempre gli inconsapevoli. Simboli di potere o di sottomissione usati per sfogare l'odio dell'ingiustizia e della fame. Muoiono sia Lavoisier che le sorelle Porro simboli di nobiltà e possidenti, fra plebaglia affamata e ignorante. La guerra che azzera le differenze. Assomma. Ammazza. Cieca. Da Q dei Wu Ming al libro della Castellina. Scrostiamo leggenda a moti popolari brutali, senza discernimento. Solo sangue facilmente poi bevuto dagli approfittatori del nuovo potere nascente. Il sospetto, la delazione, la piaga incancrenita della folla, apparentemente non guidata, ma usata per giungere al senato 
Presentazione presentazione e il senatore  andò a cena.

Chi ammazzò Matteotti sapeva che stava uccidendo un uomo libero? Chi stava ammazzando Matteotti era un violento e un servo. Servi. Dal libro della Castellina riflessione mattutina. Servi. La gente infame. Altro che affamata! Sospinta dalla canaglia di turno la gente infame ondeggia, rumoreggia e mena. Uccide. Disprezza. Calunnia. La terribile gente senza volto, cara Luciana, non ha colore politico. Non ha pennelli e nemmeno pastelli. Pesta. Agitata e usata dal capo banda in ogni epoca storica mena calci, butta portoni, urla parolacce e sputa. Sputa da servo in faccia al suo padrone. Buono o cattivo, lui non sa. Mentre il suo nuovo padrone al guinzaglio lo tiene. La gente infame. Però più infame resta chi la aizzò

Chiedo scusa al senatore, alla sinistra lì presente che non sa cosa sia nessuna fame perchè loro sono al potere.
Possono poi disquisire in domande eterne. Dove siamo, chi andiamo, quando  ceniamo, visto che Repubblica nostra, pardon, loro è. Il Venerdì.


2 commenti:

Cirano ha detto...

dovresti mettere le parole di Lou Palanca 3 fra virgolette.

ippolita ha detto...

ok