lunedì 28 luglio 2014

Premio Tropea 2014- Le scarpe giallo senape di Giap Parini



Premio Tropea 2014- Le scarpe senape di Giap

La Luce, anzi La lucina, sul parterre ricchissimo di ospiti interessanti, sembra che siano loro, le scarpe, a dare il trasgredire che parte dai piedi. Si sta parlando anche di piedi, stasera.

Gli ospiti: La variazione sul bianco di Gangemi, dal bianco panna dei pantaloni al bianco latte della camicia, dal bianco yogurt dei suoi capelli al bianco tomino delle sue scarpe. Un bianco virginiano.

Gli accostamenti di Sansonetti. Barba grigia e pantaloni grigi, capelli scuri e scarpe scure, camicia bianca, Garantista.

Poi gli altri, vestiti sul celeste e blu come da prassi tranne il religioso in nero.

La conversazione: Mi dice Paola che le parole servono a coprire il vuoto, le mancanze, me lo dice in una conversazione privata, in una occasione familiare, davanti a un caffè. Noi tutti di quello che si dice non seguiamo molto, capiamo e non capiamo quello che già sappiamo.

Ed io so già quello che diranno. Si parla di mafia e antimafia su un palco.
Io pensavo che parlassero di lucine, di Duras, di almanacchi del giorno prima. Niente di tutto questo. Hanno parlato invece di inchini.

Santo Gioffrè mi è sembrato l’unico che quella realtà mafiosa dovesse o cercasse di arginarla nel reale e non in studi. Infatti era dolorosamente preoccupato.

Non ho preso appunti quindi ricordo a memoria- la svolta epocale- per Nicola Fiorita e per me, anche io ne sono certa, quella di Albanese, giornalista del quotidiano, che ha riportato il video e la testimonianza del maresciallo di Oppido. Questa storia degli inchini segna un punto di non ritorno.

Ricordo la domanda di Aldo Varano sul perché la ‘ndrangheta non sia stata debellata, Blowin’ in the wind

E poi la relazione.

Non so chi, forse Giap Parini, da sociologo, dice che la mafia si nutre di relazioni.

Siamo Tropea, la città scelta da Giuseppe Berto. Il male oscuro era un romanzo psicologico, tormentato e vero.

Il male oscuro sociologico  sembra che sia un vezzo.

Non un vizio.

Giap lo dice, certo da studioso, ma lo dice anche con una ironia che va aldilà della denuncia, tentando una visione laterale  e gestuale. Di segni.

Con tutto il giallo senape che ricorda il chicco di senape evangelico.

Riuscirà quel seme a diventare albero?

E su questa domanda epocale io chiudo il mio delirio dal premio Tropea 2014, mangiando con Gianluca e Daniela caramelle al miele…
Ippolita Luzzo

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