sabato 10 maggio 2014

Segnali di fumo- Le amiche



1 aprile 2011
Etica Nicomachea due- Segnali di fumo  
La parcellizzazione dell’amicizia

Cellulare – messaggi – internet – facebook – messenger – posta elettronica  i nostri segnali di fumo oggi. Con i richiami ed i rinvii si crea l’abitudine, l’abitudine ad attendere. L’attesa che nasce in tutti noi è inevitabile e impalpabile. Lo spiega bene Saint- Exupery, forse glielo avrà detto Consuelo, sua moglie e sua musa ispiratrice, probabile vittima amorosa. Questo atteggiamento si chiama addomesticamento, lasciare che un altro attenda quello che tu hai già dimenticato. Nonostante questo nasce, sempre, negli animi deboli o in quelli forti,  insopprimibile  il bisogno di un affetto, di un amico. Non si può vivere solo con cose. Si tenta però, sostituiamo persone con altre persone, con cani, con gatti, gioielli, automobili, computer, amicizie virtuali e perciò non comprendibili l’alterità. C’è ora una alienazione degli affetti – dell’amore – dell’amicizia – della dedizione – del sacrificio – del rimorso – della nostalgia . Una rimozione. Ora si parcellizza tutto. La parcellizzazione dell’amica. Con una parli solo di acquisti, con un’altra solo di film, e via via amica che viene, argomento che vai. Si gira intorno ad una conversazione diventata asfittica, limitativa, un parlare a pezzi, a bocconi. Un boccone di famiglia, muuh! Buono, un po’ salato, un boccone di politica, di sport, di malattia. Un po’ di mistero. Nessuna notizia personale, potrebbe essere maneggiata, travisata, riportata, meglio non dire, o dire – Ho un impegno – Ci vediamo - Non ci vediamo – chissà!
-         Telefona tu – telefona quando vuoi, lo sai che mi fa piacere. Io no, è vero, non telefono, ma lo sai ho tanto da fare e poi non vorrei essere invadente. –
La benevolenza sociale ti lascia il dubbio di essere tu la sbagliata. Cosa farai? Telefonerai e sarai invadente, non avrai nulla da fare! Oppure non telefonerai ed imparerai la buona educazione? Ma dopo aver aspettato tanto e alla fine capitolato e telefonato ecco: – Ti sei persa, stavo proprio pensando a te, ti avrei chiamato sicuramente io oggi – e tu resti indecisa se urlare, imprecare, ucciderla o molto più prosaicamente stare in silenzio.
La benevolenza ti lascia così, con cortesia, con un sorriso, nel dubbio se quella persona voglia o no mai condividere un po’ quel che tu vuoi.
 Condivisione umana che ci fa diversi dagli animali - così dice  Aristotele a pag. 813 dell’Etica Nicomachea- BUR-. “In questo senso si predica il vivere assieme per gli uomini e non come per le bestie il consumare il pasto nel medesimo luogo. Bisogna percepire assieme all’amico anche che egli è, esiste e questo avrà luogo nel vivere assieme e nell’avere comunanza di discorso e di pensiero.”
Gli animali mangiano in gruppo ma non progettano un vivere sociale, spiega Aristotele. Io, guardando gli occhi buoni di Argo, il labrador di mia sorella,  penso che il filosofo non fosse a conoscenza di quanto affetto possano dare cani e gatti, come ci rimproverano, come ci attendono, come ci ascoltano.
 Manca sicuramente il momento della lite, delle recriminazioni, della parità, essi dipendono da noi, dalla nostra ciotola, proprio per questo non possono essere nostri amici.
Non hanno la libertà di sceglierci. Siamo noi a sceglierli. Vorremmo fare così anche con le persone.
In questa parcellizzazione odierna scompaiono i bocconi buoni, lasciando solo sapori artefatti di una cucina emulsionata e addensata, una cucina priva di amicizia. La parcellizzazione dell’amicizia ha lo stesso effetto alienante e spaesante del parcellizzare ogni settore della vita umana.
 Le conversazioni fra amici, amiche, conoscenti, colleghi ripetono ritornelli sempre uguali. Ma tutto questo è perfettamente normale con  i conoscenti, con un’amica no, non dovrebbe essere così. Perché un’amica ti cambia, con una sei in un modo, con un’altra sei diversa, cambia il sorriso, la postura, le frasi, gli argomenti, anche il lessico, a volte. Stupefacente, ma vero, è l’alchimia che ci testa. Bella, finché dura l’intesa, poi tutto finisce e iniziano le lamentazioni. – Lei non mi capisce, è invidiosa, non telefona-  e via da una parte e dall’altra.
Non c’è il tempo per una vera amicizia tutto scorre epidermicamente, in superficie, senza poter fermarsi a guardare.
Un’amica mi ha detto che la cucina preferita ora è quella pronta, già precotta, cibi da mettere velocemente in forno e portare in tavola, così senza spreco di tempo, di pensiero. Così è.
– Addirittura! – L’esclamazione di una donna ad un’ amica che  le confessava di pensarla come riferimento importante nei suoi affetti, forse l’unico,in quel  dato momento della sua vita.
Non era un rimprovero però, ma un modo per ridimensionare, per non enfatizzare, un modo per relativizzare  rapporti umani tendenti fatalmente ed erroneamente all’assoluto.
 L’altra pensò a quell’addirittura in vari modi, sempre via via diversi e il positivo si dispiegava lentamente e decisamente cancellando l’amarezza di non aver avuto come risposta il più banale
 – anch’io – rimandante un’alterità utopica e perciò non realmente esistita.
 Ciò che Aristotele, Sant’Agostino hanno argomentato sull’amicizia, sull’affetto, sul sentimento, rimane nella sfera dell’opinabile, del desiderabile, della tensione ma difficilmente e raramente  in quella della realtà, del concreto.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Ippy, ottimo articolo che presenta una sequela di situazioni possibili, rilevabili e sperimentabili nella vita quotidiana. Ma quando entra in scena la nostra stabilità nel perno del presente e ci gira a 360 gradi, offrendoci quel meraviglioso caleidoscopio di opportunità d'amicizia da cogliere danzando,ecco che sorge spontaneo un sorriso d'ironia che rende magnifica anche una sana risata che ci contraddistingue quando ci sentiamo per la nostra chiacchierata da Nord a Sud e viceversa, che ci fa stare bene comunque. Vuoi mettere?
Non ci rinuncerei per nulla al mondo, n

PiBi ha detto...

Ippolita, stavolta no.
Mi spiego: capisco perfettamente il tuo ragionamento. Fila. Fila alla perfezione. Soprattutto ti vedo, per come ho imparato a conoscerti e amarti, alle prese con parcellarizzatrici dell'attimo. Ma non sono amiche. Lo sai. Lo so.
Le divisioni sono un ossimoro, accanto all'amore, che nell'amicizia trova il suo momento più alto. E che moltiplica, come è successo con te, che ora hai fatto scoprire la meraviglia che sei a mie amicizie vere, e mi hai fatto scoprire nuove amicizie nelle tue.
Bello, bello e intenso, il post. Ma non parla di amicizie. Parla di frequentazioni, più o meno assidue, più o meno interessanti.

E non rispondermi: lo farai appena ci rivedremo. prestissimo.

Unknown ha detto...

gli uomini sono asociali. Tutto ciò che costruiscono insieme ha senso utilitaristico. Mia cara Ippolita, tutto quello che facciamo è a nostra immagine e somiglianza. Oppure saremmo semplicemente diversi.
Ok, di tanto in tanto ci scappa qualcosa di buono. Appunto. Per accidente. Ciao

ippolita ha detto...

Grazie Fausto, Paola e Nelide, suppongo. Erano stralci di conversazione.Amica suppponevo fosse quella che mi rispose Addirittura.
lo lessi anche a lei il pezzo. Allora leggevo. Tiravo dalla borsa, ogni tanto un foglio e leggevo. Ho smesso da parecchio. Ho smesso e mi ritrovio invece con sintonie bellissime e vere qui sul web. Uguale è poi quando ci si incontra. grazie, io ho sempre fiducia fra possibili scambi umani. ogni tanto e senza invadere. Con discrezione, con rispetto. Fra dissimili che si stimano. Un abbraccio a voi

Lina Latelli ha detto...

Oggi, presi da mille futilità, tendiamo a sorvolare sui sentimenti autentici che legano gli essere umani come l'amicizia. E' vera utopia pensare, anche per un attimo, che possa esistere altruismo, abnegazione, donazione di sé, tra due persone e che ai nostri tempi possano vivere esseri umani pronti a sacrificare finanche la propria vita per l'amico come " Eurialo e Niso" o "Cloridano e Medoro". E' tempo di prendere atto della nostra solitudine e proseguire in dignitoso silenzio il percorso della nostra vita.