martedì 19 novembre 2013

Il termovalorizzatore di Lamezia Terme




Il termovalorizzatore di Lamezia Terme
modesta proposta per prevenire il colera...
Da tempo ormai è in uso un efficace modo di smaltire pneumatici, gentilmente offerti dai gommisti, presso  il  termovalorizzatore nostrano.
Moltissimi anni fecondi hanno incenerito il nostro cielo di grigio, creando benessere e incrementando popolazione di nomadi pronti e solleciti al fuoco.
La pira arde senza possibilità di incorrere in divieti e regole, sanzioni e chiusure.
Quindi oggidì visto che abbiamo una emergenza sanitaria, visto che il puzzo tracima nelle case, perché non dare ai nostri beneamati popoli, senza fissa dimora, il compito di ardere la spazzatura al cielo azzurro della nostra piana verdeggiante?
Sarebbe una scommessa vinta, un atto di coraggio, una vera ventata di aria pura, una vittoria etnica e trasversale, con voti distribuiti a pioggia sull’asciutto e sul bagnato.
 Tanti anni fa, quando io, incosciente, mi accorsi del fumo nero, saranno almeno 15 anni fa, telefonai ai pompieri, vigli del fuoco, e li pregai di intervenire.
Per tutta risposta ebbi che loro si sarebbero mossi solo se scortati dalla polizia, perché avevano appena ritirato il loro mezzo dalla carrozzeria e non volevano rischiare di rimanere sotto una grandinata di sassate.
Interpellai la polizia che mi rimandò ai carabinieri o viceversa, poi mi consigliarono di fare denuncia alla magistratura, in quel caso, loro, con una ordinanza del giudice avrebbero accompagnato i vigili del fuoco.
Così mi avviai a fare denuncia, l’impiegato mi mostrò quante altre denunce giacessero su quel tavolo con lo stesso argomento e rincuorante mi incoraggiò a scrivere la mia.
Ma io, ormai sfiduciata, andai via.
Ora però quello che era un tormento potrebbe essere la salvezza, affidare al nostro campo il compito di ardere la spazzatura sarebbe un balsamo e una operazione che potrebbero fare solo i nostri zingari, senza regole, senza controlli, senza ispezioni.

Ippolita Luzzo



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