sabato 7 settembre 2013

Non amici contatti



Non amici, contatti    7 settembre 2013
Non contatti, approcci
Nemmeno questo, chiamiamoli, se vuoi, distrazioni.
Sfilacciando e ridicolizzando il giornaliero svolgersi degli eventi e degli incontri, ogni nostro agire, privo di senso continuato, rimanda al gioco delle palline da incastrare che la signora, a capo chino, sta facendo aspettando un treno. Tante palline da incasellare, oppure tante parole, nel Ruzzle, da sistemare solo per avere punti.
Svaporando su mille messaggini, su tanti:-Che bello!- unico e solo aggettivo conosciuto in rete, una umanità, spoglia e sguarnita si offre al  sacrificio sul tavolo pronto dell’ insociale evoluto.
Frasi monche e ripetute:- Piove- se piove- Che caldo- se fa caldo, ora mangio e poi ti fotografo.
Sei mio amico, hai letto il mio libro, io pubblicai tu pubblicasti, sei o non sei l’unica cosa per me.
Rifiutandomi di immolare quel poco che penso di essere, scalcio infelice verso chi mi trascina sul tavolo grande e in pietra che, a Siracusa, giganteggia nell’area teatrale dei resti greci.
Mi impunto convinta che ancora ci sia una possibilità, mi prendo per mano ad un essere umano, gli occhi di mia madre, cerulei, marini, il suo piano parlare, la rassegnazione.
Rassegniamoci tutti, se questo è un uomo, se questa è la vita.
A me non successe di viver come bestie ma di inseguir virtute e conoscenza… forse solo per curiosità
Non nobili fini da perseguire, non abbiamo nobili fini, nessuno, ma io credo che una sola è la massima che dobbiamo imparare a memoria prima di farci immolare sul tavolo oscuro della deità webbica,  la riscrivo

    "Agisci in modo da trattare l'umanità, tanto nella tua persona quanto nella persona di ogni altro, sempre nello stesso tempo come un fine, e mai unicamente come un mezzo."

Solo così metteremo un freno alla devastazione di incontri futili, fra sconosciuti, fra dicentesi amici, fra imbelli che il fine, non sanno,  significa scopo, scopo di vivere.
Noi siamo nello stesso tempo l’inizio e la fine, siamo esseri  solo se lo sono gli altri, non contatti, persone.




1 commento:

Unknown ha detto...

Questa sera prima di cena, ho portato in dono ai due bambini del secondo piano: Manuel 3 anni e Lorenzo 6 anni, due tavolette di cioccolato fondente del circuito equosolidale che a me piace moltissimo: "Companera" si chiama ed è del Nicaragua. I bambini hanno accolto il mio dono con felicità e semplicità. Lorenzo mi ha abbracciato e dato il cinque, gli occhi di Manuel luccicavano e anche lui mi faceva le fusa come un gatto. Ecco, impariamo dai bambini l'arte del contatto, quello che Bruce Springsteen nella sua omonima canzone chiama "Human touch", che in inglese significa anche calore umano.Nei bambini l'human touch è inconsapevole arte è commovente poesia, che illumina anche i giorni più uggiosi e tristi.