martedì 25 giugno 2013

Un mazzo di fiori profumatissimi



Un mazzo di fiori profumatissimo

Da dove partiamo?

Da quando scesero a pioggia i finanziamenti nelle scuole, nelle Asl, nelle Asp, nelle regioni, provincie e comuni, piovve la manna sul popolo errante e tanti ne furono i beneficiari.

Bastava soltanto allungare le mani, portare un paniere, nascondere bene con stoffe eleganti, bastava soltanto poi deprecare chi tanto aveva raccolto, chi si era impinguato, restando  ben ritti col cesto in mano.

La vera crisi, il vero scempio del nostro consesso, nasce da quel momento, dal dì che nozze tribunali e altari si allearono in una urgenza… arraffare il bottino e sotterrarlo, mettendo al furto nomi decenti, Pon, Por, Pof, Pop, perepepè… che bello che è.

Progetti e speranze spacciate per vere, relazioni e convegni ben profumati, su tutto una pletora di mangia manna esausta a rincorrere al vento ogni fiocco, ogni cent.

Un vero esercito che pace non ha, benpensanti e benefattori, benviventi e conniventi, tra loro mangiano poco, solo un biscotto.

Ti fanno un corso di nuova formazione, ti danno un cerchio, una palla e tu giochi, loro diranno che ti hanno insegnato il vero teatro, un laboratorio che uguali non ha.

Usano fondi per redimere i Rom, moltiplicarli e indirizzarli, danno una mano, una mano sola, per aiutare un prossimo ignaro di fondi Europei e Asiatici, di alleanze e consulte varie.

Fra loro è un delitto la professionalità, loro già sanno tutto, sono i migliori, si accalcano insieme con distinzione, sono dottori, perbacco, dottori!

Se il politico è il responsabile, loro lo additano solo se perde, pronti a saltare sull'altro cavallo pur di non perdere nemmeno una corsa.

Sono però immacolati, sono donne perbene e molto dedite, sono le vere lavoratrici insieme ovviamente ai loro mariti.

Da quando la manna delle sovvenzioni cominciò a scendere giù dalle Alpi, per stabilire una necessità  è richiesta una sola abilità, quella di essere più lesto a cogliere, quella di avere una rete che prenda tutto a metà aria, senza poter raggiungere il suolo.

Nessuno la vede infatti sta manna, tutti pensano che non ci sia, ne parlano solo come un miracolo che avvenne a Milano e solo in un film, forse era quello di Zavattini.

Mi riesce difficile bloccare il mio sguardo di interrogativo, soltanto indiretto quando io sento le rose e i gigli che cianciano cianciano sul loro candore, dopo aver riposto il cesto.

Mi sembra che solo una cosa possa impedire questo sciupio… una improvvisa siccità, riconvertire la scuola al solo stipendio, a dirigenti, professori e bidelli, chiudere Asp e aprire ospedali, e  convegni, consessi, consulti dovrebbero essere irregimentati…vero spreco di un bene comune.   

Ippolita Luzzo 

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