mercoledì 5 dicembre 2012

A Parigi anche l'aria profuma di Parigi



A Parigi anche l’aria profuma di Parigi

Non ero mai stata a Parigi.
Avevo vissuto per anni, sui libri, nelle vie di Parigi di Maupassant,
 ero con Forestier e  Madeleine quando incontrarono George Duroy, Bel ami,
 che li ringraziò dell' accoglienza sconvolgendo la loro vita.
Avevo subito con Eugénie Grandet l’avarizia atroce di papà Grandet, l’avidità che segna perdute esistenze di buoni.
Ero stata con Cosetta e i Miserabili di Victor Hugo dai Thénardier,
avevo sorriso con Molière e la sua scuola delle mogli
poi avevo percorso con la fantasia i boulevards, immaginando di incontrare Sartre e Simone de  Beauvoir ad un caffè.
Per anni Parigi è stata con me ed ora io sono con lei.
Sono veramente a Parigi, sono per la prima volta a Parigi, sono già nella storia del suono mouillé che canta e modula eleganza e charme.
In viaggio, sull’aereo, il mio vicino legge un libro, “ Anche le brioche si spalmano col burro e non con la margarina”, scrive un certo Tissot o Tessut.
Tutti leggono,
 Bukowski viene perso sulla scaletta dell’aereo che scende a Bergamo, rintraccio e restituisco il libro al ragazzo.
“I love Tiffany” della Hart è dimenticato in bagno da una giovane signora, alta, snella,
 con uno splendido paltò bianco latte, con collo di pelliccia, e borsa braccialini annata 2012.
La cerchiamo inutilmente, io e la mia amica,  tra un gate e un altro,  ma di lei resta solo il profumo ed il suo libro in mano che Mirella leggerà per tutto il viaggio.
Parigi mi accoglie e ci accoglie così, con un bistrot; un sorriso aperto e veloce ci delizia di un camembert, di un rochefort,  misticanza condita con aceto balsamico.
Da subito Parigi ha il viso, i visi attractifs dei due ragazzi che felici ci mostrano un anello.
Per ora Parigi è un colore, un verde profondo, forte e deciso, fiducioso e rotondo, un cerchio vitale che dallo smeraldo all’anulare raggiunge le iridi  degli occhi di Francesca e si allarga nel futuro degli occhi di Jeremy.
Peynet,  Prevert  o  Brassens con le sue canzoni erano tutti con noi, in  una realtà superiore ad ogni immaginazione
Se questo è un veleno  est un poison lente- disse Voltaire, così leggo nel bar tabaccheria dell’università di Parigi- Tabac de l’universite, 151 R. L’universite  e poi a Saint Germain de Prés siamo passati davanti Procope- fondato da Procopio dei Coltelli, siciliano, luogo famoso per i suoi caffè,  frequentato dagli illuministi, da letterati e da Voltaire che litigò anche con Procope, illuministicamente, però.
Una tre giorni parigina con uno scippo elegante subito da me in metro e d’un tratto mi si  sono volatizzati moltissimi euro, nel mio immaginario in mano a Cosette e a tutto un mondo brulicante di Pennac e La fata carabina,  Belleville e un mondo di magrebini e di popoli dell’est Europa ai quali io avevo regalato una festa dell’Immacolata ricca e abbondante..
Ho visto in volto la ragazzina che mi ha lasciato il portafoglio sul predellino, mi è sembrata una ragazza perbene, più perbene dei tanti altri scippatori che ho miei vicini.
Così, la mattina dopo sono passata leggera fra i banconi dei magazzini Lafayette, comprando con la mente foulard e borsetta, una era  rosa di Dior, sicuramente il valore che mi era stato trafugato e  l’ho immaginata mia, riconciliandomi con quello che non ho più.
Mi rimangono negli occhi le luci, i cerchi luccicanti degli Champ-Elisées, attraversati con una Seat Ibiza, guidata da Jeremy e poi parcheggiata davanti la Cattedrale di Notre-Dame immersa  in un rito antico eppure sempre nostro…la Messa domenicale della sera, con canti e suoni dal famoso organo e ai rintocchi virtuali  della campana  del gobbo di Notre-Dame.
Porto con me dalla Francia una scatola di allumettes Feudor, fiammiferi fatti rispettando l’ambiente, e le medaglie  benedette da una suora di origine africana in rue Due  Bac al 140,
Cappella  della Madonna della Medaglia Miracolosa, iIl  luogo dove Catherine Labouré ebbe le apparizioni.
Riuscirò  a conservare per giorni il profumo, la calma, il lento ma ricco svolgersi degli avvenimenti parigini?
Riuscirò a individuare cosa avranno mai spruzzato per le strade di Parigi per ottenere quella fragranza olfattiva che donava piacere a papille gustative e visive in  sensi che vagavano dalla patisserie alla brasserie, che volavano oltre il tattile e l’aereo dei profumi e dei foulards? Non credo, ma so però che
Parigi, Parigi col sole, ci ha regalato una realtà di tranquillità, una bellissima felicità.


7 commenti:

Lilia Sinibaldi ha detto...

Per la Regina: Ippi Ippi Hurrà!!! Non ci sono mai stata, ma con te adesso mi ci sono fatta un giretto, .... e quegli autori che hai citato sono stati i miei preferiti, ehm... diversi anni fa! Un abbrazzuni, Carissima!E' la terza volta che provo a lasciarti un commento: fusse che fusse la vorta bbona!

Lilia Sinibaldi ha detto...

Sono Rosa Alba, mannaggia la terza volta ho dimenticato di scrivere il nome. Viene fuori ancora Lilia per il solito problema di privacy di Google di cui ti parlai. Ciao, beddaaaaa!!!

Ippolita ha detto...

Sono felice che ti sia piaciuto.
Credimi.
Tutto fantastistico.
Ci sentiamo per un viaggio insieme??? Rosa Alba, ciao e grazie

Sere ha detto...

GRANDE, come sempre, la mia Ippoluzza!

Anonimo ha detto...

Io purtroppo a Paris non sono mai andata ma mia figlia è tornata entusiasta, passando per come dici tu dal cafè Procope e andando in giro per i quartieri si è invaghita dell'atmosfera parigina.
Adesso tocca a me, grazie, mi hai fatto viaggiare con la mente.
-Francesca M Arcuri

Romeo Vernazza ha detto...

Grande affresco di paris, regina Ippolita!

effeffe ha detto...

una Parigi senza passare dal via. Illuminante. merci.