sabato 1 settembre 2012

La favola della gabbietta- seconda puntata

Il cittadino, che era all'inizio consapevole di essere solo nella sua stanza e di guardare quell’esserino, comincio però ad essere molto curioso.
Molto curioso di quel mondo fatato con cui il suo piccolino si divertiva.
Sembrava veramente un altro mondo, un altrove dove donne  giovani, profumate e nude, si offrivano solo per puro piacere senza nemmeno chiedere il nome
Dove uomini giovani, dolci e romantici offrivano carezze, baci e quant’altro a donne sole o malmaritate,o maritate ma non eccitate.
Un mondo fatato dove ognuno poteva essere quello che aveva sempre sognato, uno scrittore, un seduttore, una odalisca, una troia perfetta.
Un mondo incantato senza problemi e senza nemmeno aprire portafogli, bastava soltanto stare a guardare il nickname pigiare e sognare con lui.
Il mondo di fuori pian piano sparì, sembrava noioso, sembrava scialbo, senza nemmeno un’offerta,  se non di un caffè.
Il mondo di fuori era sempre lo stesso, il traffico intenso, la banca, la posta, il cane da portare a passeggio, la gatta incinta, il pappagallino, la suocera da invitare quel dì
Le ricevute e la spazzatura, le figlie in crisi adolescenziale, il figlio ancora disoccupato, la moglie o il marito  sullo stesso divano
Nemmeno un fremito, nemmeno un attesa, nessuna emozione, nessun batticuore.
Era proprio una noia, una noia perfetta, anche se urlavi con il vicino, anche se poi suonavi agli incroci, anche se litigavi con la fidanzata, con l’amante, con il tuo postino.
Cominciarono così a correre in tondo, dapprima impercettibilmente poi sempre più visibilmente, cominciarono a voler tornare a casa, sempre più in fretta, sempre di corsa per guardare  con grande affetto quel piccolino che pigiava e pigiava

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