mercoledì 22 agosto 2012

Dopo una vita di onorato silenzio


Dopo una vita di onorato silenzio mi trovo a parlare soltanto sui tasti
Superando  per pochi momenti il pudore e la vergogna di tacere un sapere
Intimo amato come se fosse un amante.
Mettendo in piazza i miei amici fraterni, i libri, gli autori, i miei film, le canzoni.
I pittori, gli artisti, il teatro e le scene, gli atti salienti del mio vissuto.
Mi sembra di averli traditi tutti per una gloria effimera, inutile, vuota
Per avere  un click in più in un sito di autori anche loro in cerca di visibilità
Convinta di essere nell’Eldorado, nel giardino incantato del mio eden perduto
Non ho fatto caso a segnali e divieti, non ho fatto caso a meschinerie 
ed a scaramucce per motivi irrisori.
Anzi di più, anche io, supponente, ho pensato di dare un contributo
Ingigantendo il chiacchiericcio con starnazzamenti  da pennuti vari
Non accorgendomi che in un pollaio tutti polli e galline poi diventiamo
Non accorgendomi che in uno stagno come le rane poi tutti facciamo
Non accorgendomi che in un salotto buono solo di corna ci si trova a parlare
Ma è sempre così, dappertutto è così ed anche Margaret Atwood  se lo chiede.
Smarrita:-Vuoi ancora attenzione?
Spogliati ad un semaforo nell'ora di punta, urla oscenità
 o uccidi qualcuno.
Quegli studi, che noi coltiviamo, valgono più della capacità
 di vincere una gara di mangiatori di salsicce o di fare il giocoliere con sei piatti?
La civetta e il gatto qualche anno dopo… una poetessa canadese
Ed Elisabeth Bishop mi ricorda:- Esercitati a perdere di più, senza paura.
Luoghi,  e nomi,  e destinazioni di viaggio
Nessuna di queste perdite sarà mai una sciagura-
Ed io insieme a lei, insieme a loro, mi sono persa  per ritrovarmi
Mi sono persa in una rete a maglie larghe larghissime
tanto da essere scivolata giù
Mi sono persa senza una torcia, senza una guida, 
scambiando le ombre per un Virgilio
Che mi accompagnasse fino all'uscita
a rivedere di nuovo le stelle


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